Chriese Cristiane di Dio
[122]
Distribuzione Generale delle Chiese che Osservano il Sabbath [122]
(Edizione 2.0 1995624-19981130)
Questo documento è importante perchè rintraccia le Chiese che osservano il Sabbath dal primo secolo, nell’Oriente, in Europa e attraverso l’Asia. Coprendo un periodo di 2000 anni, è un documento comprensivo non soltanto delle Chiese ma anche di come il movimento promotore che venera la Domenica, cercò di distruggere questa usanza sotto persecuzione.
Christian Churches of God
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Distribuzione Generale delle Chiese che Osservano il Sabbath
Retroscena
Dopo aver esaminato storicamente chiese che osservano il Sabbath, possia trarre alcune conclusioni importanti s soggetto e rintracciare anche il sistema osservanza che dimostra che il model biblico come stabilito da Christo, non mai cessato. C’è un numero di esempi rilevanti che dimostrano sequenzialmente la storia delle Chiese che osservano il Sabbath, dal principio del Cristianesimo e in Europa, prima e durante il Medio Evo. Ciò continua fino, e durante la Riforma. Le Chiese che osservano il Sabbath, chiamate anche Sabbatati, sono esistite in un modo o nell’altro su questo pianeta. Inoltre sembra che queste Chiese hanno mantenuto, fin dall’inizio, come puto centrale, l’osservanza delle festività religiose.
L’osservanza del Sabbath era molto diffusa ma sembra che Roma ne fosse contraria. Fu mantenuta in Egitto come dimostra il Papiro di
Oxyrhynchus (c. 200-250 dC):
Se voi non sabbatate il sabbath, non andrete alla presenza di Dio (The Oxyrhynchus Papyri, Pt. 1, p. 3, Logion 2, verso 4-11, Londra:Uffici dei Fondi per l'Egitto 1898.)
Anche Origen osservava il Sabbath:
Dopo la festa dell’incessante sacrificio (la crocefissione), c'è la seconda festa del Sabbath, ed è giusto per coloro che sono virtuosi tra i santi, di osservare anche il Sabbath. Così rimase dunque il sabbatismus, che è l'osservanza del Sabbath dai seguaci di Dio.[Ebraico 4-9] (Homily on Numbers 23, para. 4, in Migne, Patrologia Grœca, Vol. 12, cols. 749, 750).
Similmente La Costituzione dei Santi Apostoli (I Padri di Ante-Nicene, Vol. 7 p. 413; c. III Sec.) stabilisce che:Voi osserverete il Sabbath per causa di Colui che si fermò dal suo lavoro di Creatore, ma non fermò il lavoro della provvidenza: è una sosta per meditare sulle leggi non per passare il tempo nell’ozio.
L’osservanza del Sabbath, la posizione originale della Chiesa, si divulgò in occidente, in Europa e, dalla Palestina arrivò in oriente, e in India (Mingana Early Spread of Christianity, Vol. 10, p. 460) e in seguito in Cina. L’introduzione dell’osservanza del Sabbath in India produsse una polemica nel Buddismo nel 220 dC. Secondo Lloyd (The Creed of Half Japan p. 23) la dinastia Kushan, dell’India del nord organizzò un consiglio di preti Buddisti a Vaisalia per introdurre uniformità tra loro nell’osservanza settimanale del Sabbath. Alcuni dei preti buddisti furono così colpiti dagli scritti del Vecchio Testamento che cominciarono ad osservare il Sabbath.
I Sabbatati d’Europa non erano una forza da non considerare. La Chiesa fondata a Milano osservava il Sabbath.
Era pratica generale delle Chiese d’oriente e alcune Chiese d’occidente…nella Chiesa di Millaine [Milano]…sembra che il sabato fosse molto osservato…non che le Chiese d’oriente o le altre che usavano l’osservanza di quel giorno fossero inclini al Iudaisme[Giuudaismo] ma piuttosto che si riunivano insieme il Sabbath per pregare Iesus [Gesù] Cristo il Re del Sabbath.(Dott. Peter Heylyn Storia del Sabbath, Londra 1636, Part 2, para. 5, pp. 73-74; ortografia originale ritenuta)
Le Chiese d’occidente, sotto il barbaro Goto, erano quasi cadute nell’abitudine di trascurare l’osservanza del Sabbath, sotto l’influenza di Roma, anche se i Goti stessi non erano Cattolici, ma Subordinazionisti o chiamati Ariani. Sidonio dice che sotto Teodorico durante il 454-526
E’ uno stato di fatto che fosse ufficiale in oriente osservare il Sabbath allo stesso modo del giorno di Dio e avere riunioni sacre: d’altra canto, i popoli d’occidente,contendendo per la Domenica, trascurarono la celebrazione del Sabbath (Apollinaris Sidonii Epistolæ, lib.1,2; Migne, 57).
Ad ogni modo, i Goti d’occidente, già arrivati nella Gallia del Sud e in Spagna, si erano adattati e vennero chiamati Bonosiani evidentemente da Bonoso di Sardica, che, inoltre, insegnava che Giuseppe e Maria avevano avuto figli. Fu classificato come Marcello e Fozio, indicando così che la pensavano allo stesso modo riguardo al Sabbath e alla legge.
Questo inoltre sembra essere sostenuto dal fatto che Marsiglia era il quartier generale dei Predestinazionisti occidentali (Massiliani), un movimento che nacque là e che fu condannato come Pelagianismo (forse incorretto) a Orange nel 529 (ERE, Sects, Vol. XI, p. 319).
Secondo il canone 26 del Concilio di Elvira (c. 305), sembra che la Chiesa in Spagna abbia mantenuto il Sabbath. Roma aveva introdotto la pratica del digiuno il Sabbath per contrariare l’osservanza del Sabbath. Papa Silvestro (314-335) fu il primo a dare ordine alle Chiese di digiunare il Sabbath, e Papa Innocente (402-417) ne fece una legge obbligatoria nelle Chiese che lo obbedivano.
Innocenzo ordinò che il Sabato o Sabbath fosse sempre osservato il digiuno, (Peter Heylyn History of the Sabbath, Part 2, Cap. 2, Londra, 1636, p. 44)
Il canone 26 del Concilio di Elvira sosteneva
Per quanto riguarda il digiunare ogni Sabato: Si è deciso di correggere l’errore di digiunare ogni Sabbath.
La città di Sabadell nel nord-est della Spagna, vicino a Barcellona prende il suo nome originario dai Sabbatati o Valdesi (o Vallenses). L’età del nome e l’antichità dei termini Sabbatati o Insabbatati, mitiga il fatto che Valdo fosse il fondatore dei Valdesi, ma piuttosto la loro distribuzione dimostra che lui era stato convertito da loro e si appropriò del nome come vedremo in seguito.
Le Chiese che osservavano il Sabbath in Persia furono soggette a 40 anni di persecuzione sotto il regno di Shapur II, dal 335-375 perchè osservavano il Sabbath.
Loro disprezzano il nostro dio-sole. Non è Zoroastro, il santo fondatore della nostra fede che ha fondato la domenica mille anni fa in onore del sole e sostituito il Sabbath del Vecchio Testamento. Tuttavia questi Cristiani hanno i servizi divini il Sabato (O’Leary The Syriac Church and Fathers, pp.83-84, ricitato Truth Triumphant p. 170).
Questa persecuzione si rispecchiò ad ovest attraverso il Concilio di Laodicea (c.366). Hefele nota:
Canone 16 - Il Vangelo, insieme alla altre Scritture sacre dev’essere letto il Sabbath (cf anche canoni 49 e 51, Bacchiocchi, fn. 15, p. 217)
Canone 29 - I Cristiani non devono Giudaizzare il riposo del Sabbath, ma devono lavorare in quel giorno onorando invece la domenica, riposando, se è possibile, come Cristiani. Tuttavia se qualcuno sarà trovato a giudaizzare, che sia un anatema per Cristo (Mansi, II, pp. 569-570, consulta anche Hefele Councils, Vol. 2, b. 6).
Socrate, lo Storico dice:
Anche se quasi tutte le Chiese del mondo celebrano i misteri divini [che i cattolici affermano sia l’eucaristia o la cosiddetta Ultima Cena] nel Sabbath di ogni settimana, tuttavia, i Cristiani di Alessandria e Roma, secondo un’antica tradizione, rifiutano di fare così (Socrate, Ecclesiastical History, Lib. 5, Cap. 22, p. 289)
Il Sabbath era osservato dai Cristiani sino al quinto secolo (Lyman Coleman Ancient Christianity Exemplified, Cap. 26, Sec. 2, p. 527). Certamente come al tempo di Gerolamo (420) i Cristiani devotissimi lavoravano normalmente la Domenica (Dott. White, vescovo di Ely, Treatise of the Sabbath Day, p. 219).
Agostino di Ippona, devoto osservante della domenica, affermava che il 2 parte del mondo Cristiano (Nicene and Post-Nicene Fathers (NPNF), prima serie, Vol. 1, pp. 353-354) e deplorava il fatto che in due vicine Chiese in Africa, una osservava il Sabbath come settimo giorno, mentre l’altra faceva il digiuno (Peter Heylyn, op. cit., p. 416).
Le Chiese generalmente festeggiavano il Sabbath per un periodo di tempo.
I Cristiani del passato erano molto solleciti nell’osservanza del Sabato o settimo giorno… E’ chiaro che tutte le Chiese d’oriente e quasi tutto il mondo osservavano il Sabbath come giorno di festa…Atanasio inoltre racconta che avevano riunioni religiose il Sabbath, non perché erano stati contagiati dal Giudaismo ma per pregare Gesù, il re del Sabbath, Epifanio afferma lo stesso (Antiquities of the Christian Church, Vol. II, Lib. xx, Cap. 3, Sec 1, 66. 1137, 1136).
Nella seconda metà del quarto secolo, Museo, vescovo della Chiesa Abissina che osservava il Sabbath, visitò la Cina. Ambrogio di Milano disse che Museo aveva viaggiato quasi dappertutto nella terra di Seres’ (Cina) (Ambrogio, De Moribus, Brachman-Orium Opera Omnia, 1132, trovato in Migne, Patriologia Latina, Vol. 17, pp. 1131-1132). Mingana sostiene che Museo l’Abissino, si recò in Arabia, Persia, India e Cina nel 370 (vedi pure fn. 27 a Truth Triumphant, p. 308).
Le Chiese che osservavano il Sabbath furono fondate in Persia e nel bacino del Tigre-Eufrate. Queste osservavano il Sabbath e pagavano decime alle loro Chiese (Realencyclopœie fur Protestantishe und Kirche, art. Nestorianer, vedi pure Yule The Book of Ser Marco Polo, Vol. 2, p. 409). In India, i Cristiani di S. Tommaso non furono mai in comunione con Roma.
Questi osservavano il Sabbath, così come quelli che avevano interrotto la comunione con Roma dopo il Concilio di Calcedonia, gli Abissini, i Giacobiti e i Maroniti e gli Armeni e i Curdi che osservavano le leggi sul cibo ma rifiutavano la confessione e il purgatorio (The New Encyclopœdia of Religious Knowledge, art. Nestorians e Nestorianer sopra riportato).
Nel 781 il famoso Monumento Cinese ebbe inscritto nel marmo le prove del progresso del Cristianesimo in Cina durante quel periodo. Questa incisione su marmo di 763 parole era stata scavata nelle vicinanze della città di Changan nel 1625 e sembra che ora si trovi nella Forest of Tablets a Changan. Un brano dalle tavole dichiara:
Nel settimo giorno noi offriamo immolazioni, dopo aver purificato i nostri cuori, e ricevuto assoluzione per i nostri peccati. Questa religione, così perfetta e così eccellente, è difficile da nominare, ma illumina le tenebre con i suoi precetti brillanti (M. l’Abbe Hue Christianity in China, Vol. 1, Cap. 2, pp. 48-49)
I Giacobiti erano notati come osservanti del Sabbath in India (Pilgrimmes, Pt. 2, p. 1269)
La Chiesa Abissina rimase osservante del Sabbath e in Etiopia i Gesuiti cercarono di convincere gli Abissini ad accettare il Cattolicesmo romano. Gli Abissini legati alla corte di Lisbona, negarono di osservare il Sabbath imitando gli Ebrei, ma invece in obbedienza a Cristo e agli Apostoli (Geddes Church History of Ethiopia, pp 87-88). I Gesuiti influenzarono il re Zadenghel proponendo di sottomettersi al Papato nel 1604 e di proibire l’adorazione del Sabbath con severe punizioni (Geddes, ibid., p. 311 e anche Gibbons Decline and Fall of the Roman Empire, Cap. 47).
Il Sabbath in Italia
Apparentemente, Ambrogio di Milano mantenne il Sabbath a Milano e la domenica a Roma, originando così il detto: quando sei a Roma fai come Roma (Heylyn, op. cit. 1612). Heylyn identifica la Chiesa a Milano dal quarto secolo, come il centro di osservanza del Sabbath in occidente (ibid, part 2, para. 5, pp 73-74). Quindi, non è sorprendente che i Sabbatati avessero le loro scuole là, come documentato sotto i Valdesi al tempo che Pietro Valdo si unì a loro. Il Sabbath era stato osservato in Italia per secoli e il Concilio di Friaul (c. 791) si espresse contro questa osservanza dei contadini nel canone 13.
Comandiamo a tutti i Cristiani di osservare il Giorno di Dio non in onore del passato Sabbath, ma in riguardo a quella notte santa al principio della settimana chiamata domenica. Quando si parla del Sabbath osservato dagli Ebrei, l’ultimo giorno della settimana che i contadini osservano… (Mansi, 13, 851).
C’era allora, un nucleo di Sabbatati in Europa tra Milano e Lione, che divenne il centro del gruppo chiamato I Poveri Uomini di Lione, una succursale di Sabbatati o Insabbatati, in seguito chiamati i Valdesi. La connessione Milano-Lione era facilitata da Potino e Ireneo (c. 125-203). Questi ultimi due erano discepoli di Policarpo, discepolo di Giovanni ed entrambi erano Sabbatati. Ireneo divenne vescovo di Lione dopo il martirio di Potino nel 177 sotto la persecuzione di Marco Aurelio. La Chiesa a Lione e Vienna, avendo riportato la loro persecuzione del 177 e probabilmente come risultato della persecuzione, chiese clemenza per i Montanisti frigi, (ma loro stessi erano prudenti nelle loro idee e non Montanisti (L’Enciclopedia Cattolica (C.E.), art. Montanists, Vol. X. pp. 522-523). (Montano e le profetesse Massimilla e Prisca o Priscilla profetizzavano con espressione estatica probabilmente dall’ influenza del culto di Cibele in Frigia. Loro e i loro seguaci furono condannati).
Ireneo era un Unitario, come anche Giustino Martire e tutti gli Anti-Niceni Apologisti. Lui dichiarò che la Chiesa mantenne una credenza costante, cioè che c’era un solo Creatore del mondo, Dio, il Padre (ANF, Vol. 1, Contro le Eresie, Lib. II, Cap. IX, p. 369). Lui dichiarò che la posizione della Chiesa era che:
Perfetta giustizia era conferita nè da queste nè da quelle cerimonie legali. Il decalogo non era stato cancellato da Cristo, ma è sempre in vigore: l’uomo non è mai stato esonerato dai suoi comandamenti (ANF, Lib IV Cap. XVI, p. 480).
Lui cita Ezechiele (Ezech. 20:12) e Mosè (Es. 21:13) riferendosi al Sabbath come un segno tra Dio e i Suoi popoli. I Sabbaths erano come una indicazione simbolica. I Sabbaths insegnano la continuazione giornaliera dei servizi di Dio. L’uomo non era giustificato da essi, ma erano stati dati come segni divini ai popoli. (ibid., p. 481).
Ignazio, vescovo di Antiochia al tempo di Traiano (98-117 dC), argomenta contro le tendenze ebree nel suo territorio. La tenace sopravvivenza e venerazione delle istituzioni ebree, come per esempio il Sabbath, sono nominate esplicitamente da questo autore (Epistle to the Magnesians, vedi anche Bacchiocchi, p. 213). Non è concepibile che una rottura radicale dell’osservanza del Sabbath fosse già accaduta (ibid., p. 214). E’ ovvio che Ignazio stava combattendo le tradizionali pratiche ebree nel Sabbath, le quali erano mantenute da entrambi.
Giustino il Martire, lui stesso un Unitario, introduce il concetto della venerazione della domenica (ANF, Vol. I, First Apology, LXVII, pp. 185-186) e cerca di convincere il suo amico ebreo Trypho della correttezza di questa pratica (p. es. vedi ANF, Vol. 1, Dialogue with Trypho, Ch, XII, p. 200). Bacchiocchi (forse l’autorita nella transizione della venerazione dal Sabbath alla Domenica, From Sabbath to Sunday, Pontifical Gregorian University Press, Roma, 1977), tratta della negligenza di Giustino di citare qualsiasi esempio precedente a giustificazione di questa pratica. L’argomento di Giustino presuppone che durante questo periodo la venerazione della Domenica era aliena ad entrambi Ebrei ed Ebrei-Cristiani (p. 156). Neanche i Nazareni veneravano la domenica, come presuppone Epifanio (ibid). I Nazareni, la cui esistenza nel quarto secolo è certificata da Gerolamo, sembra che discendano direttamente dalla comunità Cristiana di Gerusalemme che emigrò a Pella (Bacchiocchi, ibid.).
Gli storici del passato credevano che il Sabbath fosse di intento spirituale, mentre gli Ebrei la consideravano fisica e questa è l’essenza del dibattito. L’eliminazione del Sabbath e la sostituzione della domenica sarebbe stata incompatibile.La Chiesa a Lione, sotto Ireneo intervenne nella disputa della Quattordicesima Pasqua Ebraica (vedi Butler Lives of the Saints, pp. 196-197, e anche l’articolo Passover). Egli diffuse il Cristianesimo antico nella maggior parte della Gallia e diede un colpo mortale alla forma di Gnosticismo che vi prevaleva. Lione al tempo di Potino e Ireneo era il centro della Chiesa nella Gallia ed era il centro della conversione.
La ragione della persecuzione a Lione e Vienna fu data ai Fratelli a Smirne in una lettera, che è conservata da Eusebio (Hist. Eccl., V, i-iv). Vienna dipendeva da Lione e forse era amministrata da un diacono (C.E. art. Gaul, Christian, Vol. VI, p. 395).
Le Chiese in Gallia, sembra che fossero facilitate dalla grande concentrazione di Ebrei intorno a Marsiglia e Genova, circa nel 100-300 (vedi Gilbert, Atlas of Jewish History, Dorset Press, 1984, map 17). Queste comunità erano ovviamente in contatto con i grossi gruppi di Ebrei a Efeso e Smirna. Lo spostamento sul Rodano da Marsiglia a Lione, metropoli e centro di comunicazione per tutta la nazione è senza dubbio il risultato della partecipazione ebrea nel commercio. Le richieste delle comunità furono probabilmente la ragione del dispaccio di Potino e Ireneo a Lione da Policarpo a Smirna. In questo modo le Chiese che osservavano il Sabbath furono stabilite a Lione prima della persecuzione di Marco Aurelio nel 177. Lione era il centro delle Chiese in Gallia quando Ireneo era vescovo. Le Chiese della Gallia scrissero a Roma sul caso della controversia della Quattordicesima Pasqua Ebraica (vedi Eusebio Hist. Eccl., V, xxiii) in difesa dei vescovi dell’Asia riguardo l’introduzione della Pasqua.
Gregorio di Tours (Historia Francorum, I, xxviii) dichiara che nell’anno 250 Roma mandò sette vescovi per fondare Chiese in Gallia. Sembra che Gaziano fondò la Chiesa di Tours; Trofimo quella di Arles; Paolo quella di Narbonne; Saturnino quella di Tolosa; Denis quella di Parigi, Stremonio (Astremonio) quella di Auvergne (Clermont); e Marziale quella di Limoges (vedi Lejay C. E. art. Gaul ibid.). Lejay scrive: questo è disputato da storici seri. Molto probabilmente è un documento di intervento romano negli affari di stato. Senza far caso ai motivi e ai fatti, Cipriano documenta che verso la metà del terzo secolo, c’erano un numero di Chiese fondate in Gallia. Queste soffrirono poco durante la grande persecuzione. Sembra che Costanzo Cloro, il padre di Costantino, non era ostile al Cristianesimo. E’ probabilmente a causa di questa esposizione ai Subordinazionisti a Lione che Costantino si rifiutò di diventare un Atanasiano (un quasi Trinitario, chiamato in seguito Cattolico) e fu infatti battezzato come Subordinazionista Unitario (chiamato anche Eusebiano o Ariano prima che morisse (vedi C. E, ibid e anche vars. articolo re Costantino). Il Concilio di Arles documenta che c’erano un numero di diocesi stabilite in quel periodo (c.314) che coincide con l’Editto di Tolleranza (di Milano). Le firme dei vescovi che esistono ancora, provano l’esistenza dei seguenti vescovati: Vienna, Marsiglia, Arles, Orange, Vaison, Apt, Nizza, Lione, Autun, Colonia, Trier, Reims, Rouen, Bordeaux, Gabali ed Eauze. Anche i vescovato di Tolosa, Narbonne, Clermont, Bourges e Parigi devono essere inclusi (vedi C. E., ibid., p. 396).
Il Monasticismo non entrò nelle Chiese Galliche finchè non fu introdotto da Martin (d.c. 397), che fondò Marmoutier vicino a Tours, e Cassio (d.c. 435), che fondò due Chiese a Marsiglia (c. 415). In gran parte il Cristianesimo era limitato alle città, tra i gruppi più istruiti e forse influenzati dagli Ebrei. I contadini erano pagani con un misto di superstizioni gallo-celtico e romane. La conversione dei Goti, Vandali, Suevi, Alani ecc. all’Unitarianismo (chiamato incorrettamente Arianesimo) dal principio del quarto secolo, mise fine al Trinitariato romano e all’ambizione di venerare la domenica per un periodo di tempo. La sedia Episcopale della Gallia diventò l’oggetto di avidità aristocratica sotto l’influenza romana. Onorato fondò un monastero nell’isola di Lerins (Lerinum). Da lì gli Episcopati vennero rimossi e i cosiddetti laureati ortodossi di Lerins vennero assegnati a molte diocesi. Onorato, Ilario e Cesario furono mandati ad Arles; Eucherio a Lione, e i suoi figli Salonio e Veranio rispettivamente a Genova e Venezia, Lupo a Troyes; Massimo e Fausto a Riez.Lerins diventò pure una scuola di misticismo e teologia e diffuse le sue idee religiose ovunque attraverso lavoro proficuo nel dogma, polemiche e agiografia. Così le scuole monastiche introdussero il misticismo nelle religioni semplici dell’ antica chiesa in Gallia. Ci fu una grande resistenza al movimento monastico e molti prelati erano sposati. Fu la dinastia Merovingia che finalmente introdusse il sistema Romano a fil di spada.
Fino al 417, quando Papa Zosimo fece Patroclo vescovo di Arles, il suo vicario o delegato in Gallia, tutte le dispute venivano riferite a Milano dove il Concilio di Milano decideva la faccenda (vedi C.E, p. 397). Così è facile vedere la relazione di Milano con le aree estese dei Sabbatati e dei Valdesi. Le Chiese in Gallia erano continuamente in disaccordo sulla natura di Dio. Le Chiese continuavano ad essere Subordinazioniste.
Le Chiese della Gallia passarono attraverso tre crisi dogmatiche. I loro vescovi sembra che fossero preoccupati per l’Arianesimo; come regola aderivano alle istruzioni di Nicea, anche se c’era un po’ di defezione temporanea e parziale.
Questa è forse un’attenuazione. I Sabbatati erano Subbordinazionisti Unitari, dal tempo della fondazione da parte di Potino e Ireneo quasi un secolo prima che Ario fosse conosciuito. L’osservanza del Sabbath si divulgò attraverso l’Europa. Hefele dice del Concilio di Liftinæ in Belgio nel 745 che:
La terza allocuzione di questo consiglio ammonisce contro l’osservanza del Sabbath, riferendosi al decreto di Laodicea (Conciliengeshicte, 3, 512, sec. 362).
L’osservanza del Sabbath esisteva a Roma sotto Gregorio I (590-604). Gregorio scrisse contro la pratica (Ep. 1, Frati Niceni e Dopo-Niceni (NPNF), seconda serie, Vol. XIII, p. 13).
Gregorio, vescovo per grazia di Dio ai suoi figli prediletti, i cittadini romani: Mi è venuto in mente che alcuni uomini perversi hanno disseminato tra di voi cose depravate e in opposizione alla fede sacra, e che loro proibiscono che qualsiasi cosa sia fatta nel giorno del Sabbath. Come posso chiamarli se non predicatori di anti-Cristo (Epistola, b. 13;1).
Gregorio si pronunciò contro una sezione della città di Roma che osservava il Sabbath. Lui sostenne che quando gli anti-Cristo fossero venuti, avrebbero osservato il sabato come Sabbath (ibid.).
Le Chiese osservanti il Sabbath in Asia
La Chiesa situata in Asia Minore era chiamata Pauliciana. I Pauliciani si erano evoluti là per alcuni secoli. C. A. Scott disse dei Pauliciani, che erano:
una setta anti-Cattolica originata nel settimo secolo (forse anche prima), subì molte alterazioni di favori imperiali e persecuzioni spietate; rimase autorevole fino al dodicesimo secolo, e non è senza discendenti nell’Est-Europa oggi. Apparve prima sulla frontiera orientale dell’impero e avendo il suo domicilio in Armenia, Mesopotamia e Siria del Nord, si diffuse un po’ attraverso propaganda e un po’ attraverso lo stabilirsi di suoi devoti nell’Ovest in Asia minore, poi nell’Est-Europa, per creare nuovi centri nella penisola Balcanica. L’opinione specifica che gli era stata attribuita include una concezione dualistica del governo se non delle origini del mondo, una dottrina di Adozione della persona di Cristo, un veemente e ostinato rifiuto di Mariolatria e l’adorazione di Santi e immagini, un rifiuto simile del simbolismo del Sacramento con enfasi speciale sul battesimo degli adulti come unica forma valida. Le basi di queste opinioni sono trovate in una raccolta di sacre Scritture come l’unica autorità sufficiente escludendo la tradizione e l’insegnamento della Chiesa (ERE, art. Paulicians, Vol. 9, p. 695).
I Pauliciani crebbero molto in numero sotto Sergio Tichico e si trovavano maggiormente tra i montanisti del Toro. Scott scrive che come difensori dell’impero e come oggetto di persecuzione imperiale, loro dimostrarono ostinatezza e coraggio (ibid., p. 697).
Questi erano protetti da Costantino Copronimo (741-775) e furono invitati a stabilirsi in Tracia. Niceforo (802-811) li impiegò nella protezione dell’impero verso il confine orientale. Michele e Leone V li perseguirono spietatamente:
Ma i Pauliciani erano troppo numerosi e troppo ben organizzati per essere soggiogati all’ortodossia. Resistettero, si rivoltarono e perfino si vendicarono saccheggiando l’Asia Minore rapidamente dalle montagne. Dopo vent’anni di relativa tranquillità vennero esposti ancora a più violente persecuzioni sotto Teodora (842-857), che, sotto Basilio sviluppò in una guerra di sterminio (vedi Krumbacher, p. 1075). I Pauliciani vennero spinti nelle braccia dei Saraceni, e con un po’ di assistenza da questi, sotto la direzione di Chrysocheir, non soltanto resistettero con successo alle forze imperiali ma le respinsero indietro e saccheggiarono l’Asia Minore fino al litorale ovest (Scott, ibid.).
Questo dimostra due aspetti dei Pauliciani. Prima di tutto che usavano armi e in secondo luogo che furono considerati dai Musulmani come un gruppo separato dai Cristiani Trinitari e diedero loro assistenza e protezione. Questa protezione non era confinata all’Asia Minore ma estesa anche in Spagna. Questa distinzione tra i gruppi era conosciuta e conservata nel Corano.
Il commento di Cristo contro la Chiesa di Pergamo, che potrebbe essere identificata con questa setta, è allora chiarito quando dice nell’Apocalisse 2:16, che lui combatterà contro [coloro che sostengono dottrine false tra di loro] con la spada della sua bocca.
Scott documenta che una seconda deportazione di Pauliciani, in grande scala, dall’Armenia alla Tracia, fu condotta da John Tzimiskes (970) (ibid). Crociati latini trovarono la setta in Siria nell’undicesimo secolo e Lady s Mary Montagu, li trovò nelle vicinanze di Filippopoli, nel diciottesimo secolo (Scott, op. Cit.):
In Europa si svilupparono o si amalgamarono con i Bogomili (q.v.) e le loro vedute e influenze si propagarono attraverso il Medio Evo da varie sette anti-Cattolicche - p. es. Cathari, Albigesi - la cui affiliazione con i Pauliciani è probabile ma difficile da rintracciare. Il loro nome come "Manichei" divenne una descrizione generica di questi gruppi che opponevano lo sviluppo della gerarchia e della dottrina Cattolica (Scott, ibid.)
Scott dice che è impossibile decidere se i Papisti, i Piphles delle Fiandre o i Publicani che furono condannati e bollati a Oxford nel 1160, fossero discendenti diretti dei Pauliciani, o se portavano il loro nome come segno di biasimo. Scott dice che i Pauliciani erano più conosciuti come una sezione, nella continua corrente anti-Cattolica e anti-gerachica per tutta la vita, che è parallela alla dottrina ortodossa e all’ organizzazione, praticamente attraverso tutta la storia della Chiesa (cf. Krumbacher, p. 970, the Paulicians’ setzten einer verweltlichen Reichsorthodoxie ein echt apostolisches Biblechristentum entgegen).
F. C. Conybeare (The Key of Truth, Oxford, 1898) sostiene che fossero Adozionisti nella loro Cristologia: avevano tre sacramenti di penitenza, battesimo e comunione (vedi pure p. 124), dichiararono il battesimo degli infanti invalido, negarono la perenne verginità di Maria, e rifiutarono le dottrine del purgatorio e l’intercessione dei santi e l’uso di immagini, croci e incenso.
Quindi il movimento della Chiesa dall’Asia Minore in Europa, avvenne in diversi secoli e come detto in precedenza si effettuò oralmente e attraverso lo spostamento del popolo. La denigrazione delle dottrine del gruppo è intrapresa da un ortodosso il quale, piu’ o meno ha scritto la loro storia.
Il Sabbath in Est Europa
E’ evidente che il lavoro maggiore delle Chiese che osservavano il Sabbath, non iniziò in Europa, fino a quando il lavoro delle Chiese fondate a Smirne (chiamata l’era di Smirne) e quelle dell’Asia Minore fondate dai Pauliciani (chiamata l’era di Pergamo) non fecero il loro corso. Infatti è ovvio, che il lavoro nella Gallia era cominciato ed era rimasto in contatto con la Chiesa di Smirna anche dopo la morte di Ireneo. Il lavoro era incoerente e non coordinato, fino alla rilocazione dei Pauliciani in Europa.
Si notò che la diffusione del Sabbath nella fede Cristiana, si mosse dalla Tracia all’Albania e Bulgaria, con i Pauliciani. Nel nono secolo questa disputa era sorta in Bulgaria. Si nota che:
In Bulgaria fu insegnato, durante il principio della sua evangelizzazione di non fare nessun lavoro nel Sabbath (Responsa Nicolai Papae I e Con-Consulta Bulgarorum, Responsum 10, trovato nel Sacrorum Concilorum Nova et Amplissima Collectio, Mansi, Vol. 15; p. 406; anche in Hefele, Conciliengeshicte, Vol. 4, esc. 478).
Bogaris, principe regnante della Bulgaria, scrisse a Papa Nicola I con molte domande a proposito di questa situazione. In risposta alla sesta domanda riguardante fare il bagno e lavorare il Sabbath, il Papa rispose:
Sesta domanda -E’ permesso fare il bagno la domenica. Decima domanda - Non si puo’ lavorare la domenica ma si può il Sabbath (Hefele, 4 346-352, sec. 478).
Nicola fu scomunicato dal contro-Sinodo a Costantinopoli. Fozio, Patriarca di Costantinopoli, accusò il Papato:
Contro i Canoni, indussero i Bulgari a digiunare il Sabbath (Fozio, von Kard, Hergenrother, 1, 643).
La questione del Sabbath divenne una disputa amara tra Greci e Latini. Neale commentò a riguardo della divisione nel 1064 (A History of the Holy Eastern Church, Vol. 1, p. 731)
Il Cardinale Hergenrother sostiene che gli Athingani del nono secolo erano in relazioni intime con l’Imperatore Michele II (821-829) e afferma che osservavano il Sabbath (Kinchergeschicte, 1, 527). Gli Athingani erano una setta in Frigia, chiamati Melchisedekiani da Timoteo di Costantinopoli nel suo Reception of Heretics (vedi ERE, art. Sects, Vol. XI, p.319b). Whitley afferma che:
osservavano il Sabbath, non toccavano nessuno, erano chiamati popolarmente Athingani. Questo dimostra come se loro osservavano le leggi ebraiche della pulizia, ma le informazioni sono molto scarse per tracciare le loro origini e credenze (ibid.).
Dopo la sconfitta di Chrysocheir, capo dei Pauliciani, nel nono secolo, e la distruzione di Tephrike, la loro fortezza, furono decimati e si dispersero. Loro esistevano in molti villaggi in Armenia, in Asia Minore e specialmente nella penisola dei Balcani. Verso la metà del nono secolo, sperimentarono un risveglio religioso in Armenia sotto Smbat, che secondo Conybeare puo’ essere stato l’autore di Key of the truth (Vedi ERE, art. Pauliciani, Vol. IX, p. 697). Avendo il quartiere generale nella città di Thondrak, furono chiamati Thondrakiani.
Un’altra ramificazione della stessa origine si puo’ probabilmente trovare nel gruppo conosciuto come "Athingani come riferito da Teofane (Chronographia, 413), e ancora un altro nel "Selikians". Il biografo del patriarca Metodio da a lui il credito di aver convertito all’ortodossia un Selix e i suoi seguaci, che avevano opinioni Manichee - opinioni che dettagliatamente corrispondono con quelle rivolte contro i Pauliciani in Cod. Scor. (Ibid).
La seconda deportazione allora, avvenne sotto John Tzimiskes (970).
Si è visto perciò, che queste sette sono tutte connesse e sono accusate di avere dottrine eretiche, dai Trinitari e spezzettate in gruppi dai nomi differenti e perseguitate il più possibile. I Pauliciani erano anche iconoclasti e sembra che ciò sia coerente con quello che sappiamo dei Sabbatati e dei Cathari in Europa.
I Pauliciani obiettavano sempre ai loro rivali l’adorazione della Croce (in armeno, Chazus), quindi il termine Chazitzarii, Chazinzarians (Staurolatrœ) sembra denotare non piccole sette, ma una Chiesa armena ben stabilita secondo l’opinione dei Pauliciani (Whitley ERE, art. Sects, p. 319).
Troitsky nel suo articolo sulla Chiesa Greca Ortodossa (ERE Vol.VI, p. 427), nota che gli Athingani erano legati al Giudaismo. Erano raggruppati, ma non specificatamente identificati con i Pauliciani. Secondo Troitsky, i Pauliciani avevano un credo di carattere mistico, ma sappiamo che ciò è incorretto dagli scritti esistenti. Non c’è dubbio che i Pauliciani e gli Athingani, o gruppi in Asia Minore, osservassero il Sabbath e le leggi sul cibo e che portarono queste pratiche in Europa.
I Bogomili
Uno dei primi gruppi che deriva dai Pauliciani e giunge direttamente in Europa, sembra sia stato quello dei Bogomili (vedi sopra) che si inserì tra gli Slavi e particolarmente tra i Bulgari (Powicke ERE, Vol.1, p. 784).
Il termine Bogomili forse deriva da Bog Milui che significa Dio abbi pietà, o forse da Bogumil o amato da Dio. Due manoscritti bulgari di quel tempo, entrambi convalidati, asseriscono che il "Papa" Bogomile fu il primo a presentare l’eresia sotto il regno dello Zar Pietro (927-968). Quindi il titolo potrebbe derivare da un rappresentante importante della setta, nel decimo secolo.
I Bogomili sono descritti come una setta di neo-Manichei da N. A. Weber (C. E., art. Bogomils, Vol. II, p. 612). Si nota che la setta fu trovata, verso la fine del Medioevo a Costantinopoli e negli stati Balcani. I Bogomili sostenevano che entrambi Satana e Cristo avevano il potere della creazione sotto la volontà di Dio. I Bogomili asserivano che Dio, il Padre aveva forme umane ma non aveva un corpo umano. Tra i figli di Dio c’era anche Satanel (o Azazel), che sedeva alla destra di Dio, e Gesù o Michele. Satana era dotato di poteri di creazione, ma si ribellò. Insieme agli angeli che lo seguirono, fu mandato via dal paradiso. Si sostiene che Satana abbia creato un secondo paradiso e una seconda terra e che abbia creato l’uomo con terra e acqua. Ma Satana non potè dare all’uomo uno spirito vivente. Dunque Dio il Padre accordò la vita all’uomo su sua richiesta. Dalla seduzione di Eva, Satana perdette il potere di creare ma mantenne il dominio sul pianeta. Dio mandò un altro figlio, Gesù assumendo forme umane attraverso Maria. Perciò Satana fu giudicato dalle azioni di Cristo, perse il nome divino di Satanel e quindi venne conosciuto semplicemente come Satana.
Adesso, questa storia è scritta dai "nemici" ortodossi e quindi è in qualche modo alterata in relazione a come la Bibbia da ad intendere. Ciononostante coloro che studiano la Bibbia vedranno la struttura dei testi che sono stati interpretati. I concetti attualmente sono più in accordo con quello che sappiamo ora della cosmologia del primo secolo, ma un po’ alterata, se le note di Powicke (sotto) sono corrette.
Il concetto, alla fin fine è che solo una persona è in paradiso, Dio, il Padre, poichè Cristo e Satana sono stati assorbiti. Questo è il concetto di Dio come assoluto. Il concetto è forse spiegato in modo semplicistico dagli ortodossi, perchè non soddisfa le dottrine dell’anima.
L’ asserzione di Weber che i Bogomili rifiutarono il Vecchio Testamento eccetto i Salmi e il libro delle Profezie, sembra che sia basata su Eutimio, (PG, Vol. cxxx) (vedi ancke Powicke, op. cit.) dove ci sono 52 titoli, i più importanti elencati da Powicke e abbreviati come segue:
1. Il rifiuto dei libri di Mosè
2. La storia di Gesù Cristo era imbolizzata da dottrine superiori.
3. L’insegnamento del concetto Sabelliano della Natura Divina dicendo che i tre nomi: Padre, Figlio e Spirito Santo erano applicati a Dio solo. Alla fine, avendo i tre Spiriti fatto il loro lavoro, ritorneranno al Padre. (Il concetto che tutti ritornano al Padre, non è solo confinato a una Trinità come Eutimio potrebbe asserire dal concetto dell’unione dell’ ostia.
4. La creazione di Satana si estese fino alla legge della nascita del peccato. Dio intervenne e inviò l’Arcangelo Michele come il logos che poi divenne Gesù Cristo.
5. Si sosteneva che lo Spirito Santo fosse solo tra gli eletti (i quali si uguagliavano con i Bogomili).
6. L’Eletto non muore mai.
7. I Tempi della Chiesa erano i Tempi dei demoni che però permisero di pregare là a loro vantaggio.
8. Loro asserirono che Giovanni Battista era seguace del Dio Giudeo, Satanel.
L’affermazione che la setta rifiutò il battesimo dell’acqua mantenendo solo il battesimo spirituale (con l’imposizione delle mani) forse deriva dall’intrusione della setta negli ordini monastici. La setta smentì la dottrina della transustanziazione. Weber sosteneva che la setta condannò il matrimonio e proibì di mangiare carne. I Bogomili si diffusero per molti secoli, come un ordine monastico. Siccome i loro dati storici furono bruciati, quello che si conosce di loro deriva da Eutimio Zigabeno (morto dopo il 1118) Cap. xxvii del Panoplia Dogmatike in cui respinse ventiquattro delle loro presunte eresie (tra 52 titoli cf. Powicke).
Weber considera che i Bogomili possono essersi sviluppati dagli Euchiti (forse per la natura dualistica della loro dottrina). Erano chiamati anche Messaliani, da cui deriva il loro ascetismo. Questa aberrazione di dati sconosciuti, sembra separarli da altri gruppi. Diventarono importanti nel dodicesimo secolo. Allusione al loro nome fu fatta per la prima volta a Filippopoli (Turchia europea) nel 1115 (nota la continua occupazione dei Pauliciani qui e prima).
Il loro Capo Basilio, monaco e medico, che aveva nominato dodici apostoli, fu sequestrato e messo in prigione (1111) (dopo essere stato ingannato) da Alessio I, Comneno (1081-1118) il quale chiese la ritrattazione degli errori. Alcuni abiurarono, altri morirono in prigione (Weber ibid.). Basilio fu condannato a morte (1118) bruciato al rogo (1119 Powicke). Un sinodo di Costantinopoli nel 1140, ordinò la distruzione dei suoi documenti, e nel 1143, due vescovi di Cappadocia furono deposti per aver adottato i suoi dogmi. I sinodi di Costantinopoli del 1316 e del 1325 condannarono nuovamente la setta. I Bogomili rimasero fino alla conquista dei Balcani dai Turchi nel quattordicesimo e quindicesimo secolo (Weber ibid.). Powicke dice (op. cit., p. 785) si puo’ rintracciare la loro influenza, nei piccoli gruppi in cui si erano separati, molto dopo. Come sembra che sia il caso, le dottrine dei Pauliciani non solo esistevano nelle società in cui vennero trasportate e nelle comunità slave vicine, ma vennero anche adottate all’interno degli ordini monastici, dove furono distorte dai frati, ma ciononostante, anti-Cattoliche. Le dottrine dei Bogomili, come presentate, rappresentano una divergenza dalle altre sette, derivate dai Pauliciani e infatti, dalle dottrine Pauliciane stesse.
E’ allora incorretto asserire che i Bogomili, setta trovata tra i monaci fossero in realtà i gruppi generalmente chiamati così che si diffusero tra gli slavi e attraverso l’Europa. Il vero significato delle dottrine si puo’ trovare facendo un paragone tra i Pauliciani e le sette europee, che furono influenzate da loro.
I Subordinazionisti o sette anti-Trinitarie si diffusero in Europa conosciuti sotto nomi diversi.
I Valdesi o Waldenses
Lentolo è l’autore della storia antica dei Valdesi e la piu grande autorità storica della persecuzione durante la sua vita. Questa storia era rimasta sconosciuta fino al 1897 quando Comba scoprì una copia del documento nella biblioteca di Berne (W. F. Adeney, art. Waldenses, Vol. 12, p. 669).
In questo modo la storia scritta da Muston (L’Israel des Alpes, Parigi, 1851 o in inglese e nuova edizione Israel of the Alps NY 1978) dev’essere vista in rapporto di quella. I cattolici romani asseriscono che i Valdesi sono solo i seguaci di Pietro Valdo di Lione. Il nome è dato in francese come: Valdes, in Latino: Valdesius, Valdenius, Gualdensis e in Italiano: Valdo. Si pensa che lui venne convertito nel 1173. I Valdesi stessi negarono questa asserzione, che in effetti li descrive come Protestanti, e rintraccia i loro antenati nel principio del Cristianesimo.
Il più vecchio documento riguardante questo titolo è accreditato a un frate Domenicano a Passau nel 1316 (Contra Valdense in Maxima Bibliotheca veterum Patrum, Lione, 1677-1707, xxv, 262 ff.), e si nota che loro asseriscono di essere esistiti nel periodo dei padri (duravit a tempore patrum). Quando fu documentata di nuovo, provenne da una lettera da Barbe Morel a Oecolampadius nel 1530 (A. Scultetus Annalium Evangeli…decades duo, Ginevra, 1618, pp. 295-306). Il testo venne adottato da Robert Olivetan e pubblicato nella prefazione della sua traduzione della Bibbia nel 1535. Così i Protestanti cominciarono a onorare i Valdesi, come la Chiesa che aveva osservato il credo del NT. La setta chiamò il suo clero Barbe o zio in accordo con un’ingiunzione biblica che vieta di chiamare chiunque padre, maestro o capo (Mat. 23:9-10). Il titolo Padre era un rango del sistema Mitra ed è vietato ai Cristiani (vedi per esempio C. K. Barrett The new testament Background: Selected Documents, rev. ed., SPCK, Londra, 1987, p. 133). Non ci sono prove che la setta esistette immutata, nelle valli Alpine. Accettando questo stato di fatto, nacque una seconda teoria per spiegare lo sviluppo della setta. Questa teoria sostiene che si sviluppò a Roma, durante l’episcopato di Silvestro. Silvestro apparentemente, dopo aver battezzato Costantino (che sappiamo sia incorretto perchè Costantino fu battezzato come Unitario (incorrettemente chiamato Eusebiano o Ariano da Eusebio di Nicodemia) mise la Chiesa sotto il potere dell’imperatore. Un vescovo però si distacòp dalla setta e andò nella Valle di Vaudois, quindi formando i Valdesi. Esiste la possibilità che i Goti Ariani, in possesso della Bibbia in Gotico dal 351, abbiano influenzato quest’ area. Le origini della Chiesa infatti, derivano della Chiesa di Lione, sotto Ireneo e i suoi successori (vedi sopra). I principi di questa influenza sono trovati ancora nei tempi di Claudio, vescovo di Torino nell’ottavo secolo, sotto Carlomagno e Luigi il Pio. Claudio ravvivò la dottrina della Predestinazione degli Agostini, ma ignorò l’aspetto della dottrina Agostiniana della Chiesa Superiore,
secondo questi la Chiesa fu nominata come il mezzo di comunicazione tra Dio e gli uomini, resistendo il diritto papale e rifiutando che San Pietro aveva ricevuto la capacità di unire e disperdere. Ebbe le croci e le statue rimosse dalle sue Chiese, nel frattempo anticipando la Riforma (Adeney, ibid.).
Le Chiese del Vaudois, si capisce che erano incluse nella diocesi di Claudio. Nello stesso tempo Leger, Muston e altri Valdesi, dissero che se le loro origini non potevano essere rintracciate nel periodo apostolico, allora dovrebbero essere attribuite a lui. Ad ogni modo, non ci sono prove della loro esistenza, come Chiese di una certa importanza, per secoli dopo Claudio. La dichiarazione di Muston (ibid., Parigi, p. xxxii, n. 2) che nell’anno 1096 Urbano II descrisse i Vaudois come Infestati dall’ eresia, Adeney dice (p. 665), è fondata su errori, siccome non si possono trovare evidenze di questa gente tra i suoi Tori (cf. Comba, p. 154). Il ramificarsi delle dottrine, però, sono tenute in poca stima dagli Atanasiani, da come indicano le prove. Il fatto rimane che una Chiesa Unitaria esistette là per secoli.
Adeney asserisce che i Valdesi rifiutarono le indulgenze, il purgatorio e le messe per i morti, e negarono l’efficienza dei sacramenti amministrati da preti indegni (p. 666). Ma lui crede che le dottrine complete sono ancora oscure. Le applicazioni alla lettera dell’insegnamento di Cristo, contenuto nel vangelo, era il tema principale, come lo erano di Pietro Valdo, la persona da cui il nome deriva. Valdo morì in Boemia nel 1217. Adeney sostiene che la Chiesa si distansiò dalla fusione del lavoro di Valdo e dai Poveri Uomini di Lione, con i movimenti di Arnoldo di Brescia, Pietro di Bruys, ed Enrico di Cluny (ibid.). Così Valdo sovrappose il suo sistema sui gruppi già in esistenza nel Vaudois e in altri luoghi e diede loro nuovo dinamismo. Il movimento di Pietro di Bruys chiamato Pietrobrusiano, è descritto solo in un trattato contro di lui di Pietro il Venerabile e in un brano di Abelardo. Le informazioni sono quindi dubbie. Pietro iniziò l’insegnamento nelle diocesi di Embrum, Die, e Gap dal 1117 al 1120. Lui era un iconoclasta, che bruciava le croci. Fu bruciato come un eretico vent’anni dopo a St. Gilles, vicino Nimes. Si guadagnò aderenti a Narbonne, Tolosa e Gascony. Enrico di Losanna, il frate Clunaico, apparentemente adottò l’insegnamento pietrobrusiano verso il 1135 e lo modifiò dopo che Pietro di Bruys fu martirizzato. Le dottrine includevano il battesimo degli adulti e si cita che la setta insegnò una relativa importanza dei testi biblici del NT, cioè la Subordinazione delle epistole al vangelo ed il rifiuto del Vecchio Testamento. E’ difficile essere un iconoclasto assoluto e rigettare il Vecchio Testamento. I due Testamenti sono vincolati per iconoclasma.
Apparentemente loro rifiutavano la Messa e l’Eucaristia, perchè la ripetizione del sacrificio non era possibile. Asseriscono pure che la Chiesa era costituita dalla Comunità, non un edificio e credevano che la costruzione dovrebbe essere demolita. Le asserzioni riguardanti questo popolo, derivano dai loro nemici. La documentazione nell’Enciclopedia Cattolica è di N. A. Weber (art. Petrobrusians, Vol. 11, p. 781) lo stesso autore dell’articolo I Valdesi. Le idee trovate in questi posti si dice che fossero nell’aria. Ciononostante ERE (articoli Pauliciani e Valdesi) fanno notare che c’era una progressione generale di idee attraverso l’Europa proveniente dall’Oriente. Si è già visto che queste origini provenivano dai Pauliciani, ristabiliti in Tracia. Queste Chiese, senza dubbio si uniron con simpatizzanti in occidente.
I Valdesi Sabbatati
Si suppone che i Valdesi, o Vallenses, abbiano ottenuto il nome Insabathas o Insabbatati, perche non osservavano nessun giorno di riposo eccetto il Sabato. Furono chiamati Insabathas, nonostante non osservassero alcun Sabbath (perchè non osservavano la domenica) (Luther’s Fore-runners, pp. 7-8 (citato incorrettamente e vedi anche Gui, Manuel d’Inquisiteur). I Valdesi non ottennero il loro nome da Pietro Valdo, ma piuttosto al contrario. Storici Cattolici scrivono dando l’impressione che i Valdesi erano un’innovazione e cercano di dare l’impressione che loro, i Cattolici, hanno autorità apostolica su tutte le altre Chiese fondate dopo.
I Protestanti crebbero a questa propaganda a causa della storia antica dei Valdesi, essendo Subordinazionisti Sabbatati. Pietro Allix dice a proposito:
Non è vero che Valdo diede il suo nome agli abitanti di queste valli: loro erano chiamati Valdesi o Vaudes, prima della sua nascita, dalle valli in cui abitavano (Chiesa Antica Piemontese, Oxford, 1821, p. 182).
Allix continua dicendo che:
Alcuni Protestanti, in questa occasione, caddero nella trappola messa per loro... E’ assolutamente falso, che queste Chiese furono mai fondate da Pietro Valdo... E’ assolutamente falso.(ibid., p. 2)
William Jones (History of the Christian Church, Vol. 2 p. 2) asserisce che lui:
era chiamato Valdus o Valdo, perché ricevette le sue nozioni religiose dagli abitanti delle valli.
Quando si esaminano i testi e gli scritti dei Cattolici apologisti per esempio N. A. Weber, non esistono prove apparte il fatto che i due barbe (Zio o Capo) dei Valdesi furono chiamati Vallenses per la prima volta, da Raymond di Daventry nella sua condanna del 1179 e Bernard di Fontcaude prese il titolo nella sua condanna del 1180 (Adversus Vallenses et Ariano). Adeney nota questo nei suoi scritti ma Weber, no. Si crede che a questo punto il termine Vallenses derivi da Valdo. Tuttavia non si è certi poichè il nome si riferisce alle valli e non a Valdo. Allora, anche se questa asserzione viene fatta da Weber e anche da Adeney, la conclusione può essere rifiutata come supposizione.
E’ possibile che la riorganizzazione a Milano, originò dalla infusione dei Sabbatati dall’Austria, e dal Nord Est, secondo quello che possiamo mettere insieme del movimento. Allora la fondazione del collegio a Milano con una base forte in Austria, mitiga qualsiasi fondazione da Valdo. Infatti Blair, nella sua publicazione History of the Waldenses (Vol. 1, p. 220), scrive che:
Tra i documenti, abbiamo dalle stesse persone, una spiegazione dei Dieci Comandamenti datata 1120 di Boyer. L’osservazione del Sabbath, cessando il lavoro quotidiano, è goduta.
Allora i Valdesi erano Sabbatati, Subordinazionisti Unitari molto prima che Valdo venisse in scena. Secondo Dugger e Dodd, A History of True Religion, (3rd ed. Jerusalem, 1972, p. 224 ff.).
Benedetto nella sua storia dei Battisti dice dei Valdesi: Abbiamo già osservato da Claudio Seyessel, il papistico vescovo, che uno dal nome Leone fu condannato come originatore della eresia Valdese nelle valli, durante il tempo di Costantino il Grande. Quando queste misure estreme furono emanate dall’Imperatore Onorio contro i ribattezzati [Anabattisti], lasciarono ricchezze e gloria e cercarono rifugio nelle campagne e nelle valli del Piemonte (Italia) e l’ultimo posto in particolare divenne il loro rifugio contro l’oppressione imperiale.
Rainer Sacho, un autore Cattolico romano scrive dei Valdesi: ‘Non c’è altra setta così pericolosa come i Leonisti per tre ragioni: per primo è la più antica; alcuni dicono che è così antica come Silvestro, altri, come gli apostoli stessi. In secondo luogo, è generalmente molto diffusa; non c’è paese in cui non si è infiltrata. In terzo luogo, mentre le altre sette sono profane e blasfeme, questa ritiene un alto grado di pietà; vivono giustamente tra la gente, e credono che tutto ciò che riguarda Dio è Bene.’
Sacho ammette che prosperarono come minimo 500 anni prima del tempo di Valdo. La loro antichità è anche riconosciuta da Gretzer, un Gesuita, che scrisse contro di loro. Nella sua " History of the United Brethren" parla di questa classe di Cristiani nel modo seguente:
"Questi Cristiani dell’antichità hanno origini nel quarto secolo, quando uno chiamato Leone, durante la rivoluzione religiosa sotto il regno di Costantino il Grande, oppose le innovazioni di Silvestro, vescovo di Roma..."
Second o Allix:
I Riformatori affermano che la Chiesa Valdese fu fondata verso il 120 A.D., e d’allora in poi passarono da padre a figlio l’insegnamento ricevuto dagli apostoli. La Bibbia italiana in latino, fu tradotta dal greco non più tardi del 120 dC. Dobbiamo a Beza, un rinomato socio di Calvino, il fatto di aver sostenuto che la Chiesa Italica data dal 120 dC (Allix Chiese del Piemonte,1690 edn, p. 177, e Wilkinson Our Authorized Bible Vindicated, p. 35, e Scrivener’s Introduction, Vol. II, p. 43, cf. Dugger e Dodd A History of True Religion, pp.224-225).
La fondazione nel 120, è coerente con la spedizione dei discepoli di Policarpo da Smirna (e Efeso) come abbiamo visto con la persecuzione della Chiesa a Lione, sotto Marco Aurelio nel 177, dove Potino, alunno di Policarpo, fu martirizzato, e il passaggio delle informazioni a Smirna. Le Chiese nella Gallia furono soggette al Concilio di Milano per secoli, come è stabilito qui, fino all’interferenza del Papa.
Duggar e Dodd notano inoltre (p. 226) che:
Atto, vescovo di Vireulli, si era lamentato di questo popolo otto anni prima [prima del 1026 dC.] e così avevano fatto altri prima di lui, e si crede sicuramente che questi erano sempre esistiti in Italia (cf. Jones Church History, p. 218)
In questo modo la fondazione del collegio Valdese a Milano, è una estensione naturale di questa orientazione. Dugger e Dodd proseguono citando Mosheim dicendo:
In Lombardia, che era la più grande residenza degli eretici Italiani, venne formata una sola setta, conosciuta, per ragioni che non so dire, dalla denominazione dei Passagini... Riguardo le altre sette già nominate, avevano una avversione spietata contro la disciplina e la dominazione della Chiesa di Roma; ma allo stesso tempo si distinsero in due credenze religiose particolari in se stesse.
La prima era la nozione che l’osservanza delle leggi di Mosè in tutto eccetto che nell’offerta di sacrifici, era obligatoria tra i Cristiani; di consequenza loro... si astennero da quella carne proibita dall’economia Mosaica, e celebravano il Sabbath Ebreo. La seconda credenza che distingueva questa setta era avanzata in opposizione alla dottrina delle tre persone di natura divina (Eccl. Hist., Cent 12, part 2, Cap. 5 Sec. 14, p. 127 citato da Dugger e Dodd, l’enfasi è ritenuta).
Dugger e Dodd inoltre dicono:
che i Cathari ritennero e osservarono l’antico Sabbath, ed è asserito dagli avversari cattolici romani. Dott. Allix cita un autore cattolico romano del dodicesimo secolo, riguardante tre tipi di eretici - i Cathari, i Passagini e gli Arnoldisti. Allix dice a proposito di questo autore cattolico romano che:
Lui espone anche come una delle loro opinioni, che la legge di Mosè dev’essere rispettata alla lettera, e che l’osservanza del Sabbath...e altre osservanze legali devono avvenire. Asseriscono anche il fatto che Cristo, il Figlio di Dio, non è uguale al Padre, e inoltre che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, questi tre...non sono un unico Dio ed un’essenza; e in aggiunta a questi errori, giudicano e condannano tutti i dottori della Chiesa e universalmente tutta la Chiesa romana... (Storia Ecclesiastica delle Chiese Antiche del Piemonte, pp 168-169, cf. Dugger e Dodd, pp. 227-228).
Si nota ,allora, che i Cathari, i Valdesi e i Passagini, erano ramificazioni dello stesso gruppo. Si differenziavano, perche non erano mai state Chiese gerarchiche. Erano organizzate in linea col Nuovo Testamento e questa è una delle ragioni per le quali non furono completamente rimosse. Più in particolare erano viste come specificatamente Subordinazioniste e definitivamente Unitarie. Allora le Chiese originali in Europa non erano né Diteiste/Binitarie nè Trinitarie, ma erano Unitarie.
Dugger e Dodd notano inoltre (pp. 228-229) che loro avevano un altro nome: quello di Patarini, che sembra derivare dal fatto che, a Liman, dove fu usato per la prima volta, si traduceva in inglese come l’equivalente delle classi sociali inferiori, il cui reddito proveniva dal lavoro manuale. Dugger e Dodd dichiarano che Gazari sia una corruzione di Cathari, o Puritani, ad ogni modo c’è un’altra applicazione. Non tutti indirizzano la questione dell’influenza di Kahzari o Khazars, come è annotato qui di seguito.
Non c’è dubbio che i Valdesi fossero una setta di Subordinazionisti antecedenti a, e nel 1179 solo prima del Concilio Luterano (non menzionato da Weber). I loro due barbe (zii) Olivier e Sicard, ebbero una disputa con il vescovo Montperoux tra il 1175- 76 e due o tre anni dopo, il Papa Alessandro III mandò il cardinale di St. Chrysogone, Enrico di Citeaux, e Reginaldo, vescovo di Bath, allora in viaggio per il Consiglio Luterano, accompagnato dal frate Walter Mapes e dal prete Raimondo di Daventry, a Tolosa per fare indagini sul soggetto. Due barbe dei Vallenses arrivarono sotto buona condotta, Bernardo di Raimondo e Raimondo di Baimiac, per essere investigati da Giovanni di Bellesmains, vescovo di Poitiers. In seguito andarono a Narbonne per essere esaminati da Bernardo di Fontcaude, sotto la presidenza del prete inglese Raimondo di Daventry, che per primo usa il nome di Vallenses o Valdesi. Vennero allora nominati dai loro inquisitori per uno dei loro capi. I due barbe furono condannati come eretici da Raimondo di Daventry, nel 1179,il quale, dopo, proseguì per il Concilio Luterano. Nominare sette come capi di molta importanza è stata una pratica d’uso per secoli e dà una falsa impressione sulle origini e le opinioni che loro rappresentano.
Nel 1180 Bernardo di Fontcaude scrisse il libro chiamato Adversus Vallenses et Arianos (vedi Gay Hist. des Vaudois, p. 16, n. 1 e anche Adeney, ibid. p. 667). Adeney dice che:
Sembra che queste discussioni sorsero dall’unione dei Pietrobrusiani e degli Enrichiani con i Poveri Uomini di Lione in Provenza. Quasi nello stesso periodo i seguaci di Valdo si unirono con gli Arnoldisti in Lombardia. Cosi i Valdesi di Francia e d’Italia si unirono, e la loro unione fu rinsaldata dalla persecuzione. Una sentenza di scomunica del Concilio di Verona cacciò i rimanenti seguaci di Valdo da Lione e li spinse verso la Provenza, nelle valli del Piemonte, in Lombardia e alcuni anche in Germania. Ma divennero così numerosi che Innocente III mandoò i sui migliori legatari per sopprimerli nell’anno 1198, 1201, e 1203.
Comunque, non c’è dubbio, che stiamo trattando con una dottrina Subordinazionista Unitaria, che era classificata come e con l’Arianesimo. Nella soppressione del 1203, nei legatari erano inclusi un vescovo spagnolo e Domenico (chiamato santo), il fondatore dei Domenicani, che poi prese parte all’Inquisizione coi Benedettini. Loro condussero una successione di dispute che durarono fino al 1207, quando il legatario Pietro di Chateauxneuf venne ucciso. Due anni dopo il Papa dichiarò la crociata. Adoney si riferisce alla crociata solo come ‘una crociata’ ma in realtà era la crociata degli Albigesi e i Valdesi erano il soggetto di questa crociata nello stesso senso. Nel 1210 l’Imperatore Ottone ordinò all’Arcivescovo di Torino di mandare i Valdesi fuori dalla sua diocesi e nel 1220 lo statuto di Pignerol proibì agli abitanti di dare loro allogio. Alcuni fuggirono a Piccardia e Filippo Augusto li portò nelle Fiandre. Altri arrivarono a Mayence e Bingen, dove 50 furono bruciati nel 1232. (Adeney, ibid.).
Furono visti prima in Spagna, condannati da Concili delle Chiese e tormentati da tre regnanti (ibid.).
Questo è il periodo dell’Inquisizione e della crociata degli Albigesi, che si estese in Spagna dalla Francia (vedi sotto), Questo popolo era formato da aggregazioni di vari gruppi di Cristiani. Almeno alcuni di questi gruppi non solamente sembravano essere Sabbatati in questi tempi così antichi ma furono perseguitati per osservare le festività religiose bibliche. Questo si deduce dagli editti contro di loro, siccome solo le cofessioni ottenute sotto tortura sopravvivono. Così le prove sono incerte. Ad ogni modo, ci sono prove dirette per alcune Chiese (p. es. quelle Ungheresi). E’molto importante notare che la crociata menzionata prima cominciando nel 1209 era in realtà la crociata Albigese che andò avanti fino al 1244 e fu il soggetto di soppressione molto rude. Le autorità sferzarono un odio estremo contro i cosiddetti eretici e li mise allora nell’Inquisizione (vedi C. Roth Spanish Inquisition, pp. 35-36 per commenti). L’estensione dei Valdesi durante lo stesso periodo, dimostra che si aveva a che fare con tutti questi gruppi di persone riguardo la stessa distribuzione come Albigesi. I Valdesi erano letteralisti biblici che erano Subordinazionisti, chiamati (incorrettamente) Ariani.
I non-Trinitari in Spagna, vennero identificati con gli Ebrei nelle loro abitudini e il non-Trinitarismo, nonostante, verso la fine dell’editto Inquisitoriale del 1519 di Andrea de Palacio, le sette Cristiane vennero largamente disperse, o proprio sotterrate (vedi Roth p. 77 per l’editto). I Valdesi negli altri posti d’Italia, dopo la riforma, d’altra parte, sembra che fossero divenuti Trinitari e la storia che segue, scritta da Protestanti e personalmente giustificata, sembra di negare la storia precedente del letteralismo biblico.
Nel 1237 papa Gregorio IX
mandò un toro all’arcivescovo di Tarragona e il risultato fu che quindici eretici vennero bruciati, re Ferdinando stesso gettò legna nel fuoco. Col passar del tempo questi Valdesi Spagnoli vennero sterminati (Adoney, ibid.).
I Valdesi erano largamente diffusi fino in Germania, dove le Chiese mandavano candidati per il sacerdozio a un collegio Valdese a Milano. Il titolare era Giovanni di Ronco che fu nominato capo del collegio, malgrado l’avversione di Valdo.
Fu questo fatto che risultò nella divisione tra il gruppo francese, italiano e tedesco. I Lombardi nominarono il loro capo religioso (proepositus). Lui e i suoi ministri erano in carica a vita, mentre Valdo e i Valdesi francesi, sotto la sua autorità elessero i capi ogni anno per l’Eucarestia e per servire come pastori. Allora, possiamo stabilire che abbiamo a che fare con un gruppo che, nel tredicesimo secolo, mantenne l’Eucarestia una volta all’anno. L’idea che venerassero la domenica, a questo punto, è impossibile da sostenere.
Il problema straordinario da confrontare a questo proposito è, l’esistenza degli Albigesi nel Nord e nelle Alpi francesi. Il Sud e le valli Italiane erano occupate dai Valdesi. Dalla divisione già menzionata, è molto probabile che i nomi dati dagli Inquisitori Cattolici assunse, una realtà propria. Gli editti spagnoli ad ogni modo dimostrano che si tratta della stessa setta. La susseguente divisione avrebbe assunto una realtà differente, quando la setta divenne Protestante Trinitaria. La Boemia, 40 anni dopo la morte di Valdo, secondo l’inquisitore di Passau, aveva 42 cosiddetti focolai di eresia (Adeney, op. cit.) Il re Otakar cominciò la persecuzione, molto severa sotto il Papa Benedetto XII nel 1335. Il sorgere del movimento degli Ussiti risultò in una fusione da parte dei due gruppi, sotto il nome di Taboriti. Adeney sostiene che il più famoso era il barbe Federico Reiser. Dopo 25 anni, tra i Valdesi della Boemia e dell’Austria, fu bruciato a Strasburgo nel 1458.
Quindi esistono come minimo quattro gruppi in quasi otto nazioni, alcuni dei quali si integrarono coi Protestanti. C’erano Subordinazionisti, o Unitari, in Austria nel tredicesimo secolo e l’Inquisitore di Krems denunciò 36 località nel 1315, bruciando 130 martiri. Il vescovo di Neumeister venne bruciato come un eretico a Vienna. Si dice che dichiarò che ci fossero 80.000 Valdesi nel ducato Austriaco. Verso la fine del quattordicesimo secolo ci fu una grande persecuzione in Siria. C’era una missione organizzata in Italia dall’Austria dove i missionari viaggiarono come girovaghi (Adeney, ibid.). Il movimento aveva un collegio a Milano quando Valdo era vivo. Da queste note è difficile asserire, come Adeney sembra di fare, che i Subordinazionisti in Austria erano Valdesi, dato che l’evangelismo era dall’Austria in Italia. Il vescovo era possibilmente dello stesso gruppo, nominato in seguito Valdese. Il gruppo era anche chiamato Sabbatati e dopo, Insabbatati, che forse deriva dalle scarpe di legno sabots o scarpe che venivano calzate. Molto probabilmente è una versione corrotta delle loro prospettive sul Sabbath, un gioco di parole. Si sviluppò allora nei termini Sabotiers o Sandaliati. Weber (C. E., art. Waldenses, Vol. XV. p. 528) fallì nel riconoscere la distinzione linguistica tra le parole e infatti le mischia come per confermare la sua posizione. Anche lui asserisce che la setta era derivata da Valdo, ignorando quasi completamente le evidenze accennate da Adeney. Forse Adeney aveva più informazioni a sua disposizione ma la parzialità negli scritti di Weber è notevole e comprensibile considerando la storia.
Era proibito ai Valdesi predicare e si dice che avessero fatto appello al terzo Concilio Luterano, sotto Alessandro III, anche se erano già stati condannati, prima del Concilio nel 1179. Furono intimati a una investigazione. Bisogna ricordare che in quel tempo, il sistema medievale assicurava che gli stati appartenevano ai Signori, sotto la direzione di Roma e non era possibile avere fedi non in conformità con Roma. Quindi facevano credere di essere sotto investigazione anche se non accordarono lealtà a Roma. Non accettando questo stato di cose, significava la condanna a morte, bruciati, in ogni caso.
Un’altra divisione fondamentale tra i Valdesi, avvenne dall’insegnamento dei Valdesi Italiani, che i sacramenti amministrati da preti indegni, non erano effettivi. I Francesi non accettarono questa prospettiva. Gli Italiani ripudiarono tutti i sacramenti dei preti romani e nello stesso tempo insistettero a creare una adesione stretta con gli insegnamenti del Nuovo Testamento. Questa divisione fu discussa durante una conferenza nel Maggio 1217, l’anno della morte di Valdo (Adeney, ibid.). Le due ramificazioni dei Valdesi, col passar del tempo, stabilirono contatti ma abbiamo chiaramente divisioni vaste e l’esistenza di un gruppo in Francia coesistente con gli Albigesi
Nel quindicesimo secolo, gli archivi dell’Inquisizione rivelano un grande e influente numero di Valdesi in Italia. In Calabria, i Valdesi del Piemonte, si diffusero in quasi tutti i distretti. Prosperarono per 250 anni, dopo di che furono quasi completamente esterminati da una totale persecuzione (Adeney, ibid.).
Il sistema francese di governo religioso, malgrado Valdo, era episcopale, mentre per gli italiani era Presbiteriano, essendo composto di un Governo religioso di un concilio, con a capo un prete e un consiglio di laici. Il sinodo annuale era formato da capi religiosi e laici in ugual numero (Adoney, ibid.).
I Valdesi gradualmente si concentrarono nelle valli nella parte Italiana delle Alpi Cozie. Così Vaudois divenne un nome geografico. Adeney nega questo e asserisce che il nome Valdo deriva dai Poveri Uomini di Lione e così le origini sono senza dubbio, nelle Alpi e quindi esposte e associate con gli Albigesi. Non è assolutamente probabile che le sette Subordinazioniste, chiamate incorrettamente Manichee dai Cattolici, si fossero sparse dai Balcani, attraverso l’Austria, in Francia e Spagna, e in qualche modo passarono le Alpi e i Valdesi, che occupavano queste regioni.
La soluzione più probabile è che i Valdesi cambiarono sotto la persecuzione e divennero Protestanti per sopravvivere. Dopo aver cessato di essere Subordinazionisti, non c’è da meravigliarsi che cominciarono a osservare la domenica. Infatti gli storici più recenti asseriscono che il caso era sempre stato quello. Nel quindicesimo secolo le valli vennero sottomesse a intense persecuzioni da parte del duca di Savoia, e molti furono costretti a emigrare nel 1434. Nel 1475 l’inquisitore Acquapendente, dopo aver visitato le valli di Luserna, costrinse i Signori a sopprimere la religione là e ad obbedire all’Inquisizione. Di consequenza ci fu una ribellione che indusse l’intervento del Duca Carlo I nel 1484. Il primo serio attacco avvenne sotto Filippo II (Vicerè di Savoia nel 1490 e Duca nel 1496) Nel 1494 fu sconfitto così disastrosamente che fece la pace con loro e durò 40 anni. Adeney ammette che non è cosi facile essere chiari sulle vedute teologiche dei Valdesi durante questo periodo.
Veniamo in contatto con il Credo dei Valdesi, dopo la Riforma ed è caratterizzato da dottrine e frasi particolari di quel movimento. Il Protestantesimo antico era in parte negativo nel rifiutare le istruzioni e pratiche dei Cattolici romani che non potevano essere giustificati dal Nuovo Testamento, e fino a questo punto, era positivo, il ritorno alla semplicità e spiritualità del culto si crede sia caratteristica propria delle Chiese antiche (Adeney p. 668).
Quando la Riforma scoppiò l’unico gruppo organizzato nel continente era quello dei Valdesi e gli ultimi Ussiti o Fratelli di Boemia, i quali furono designati dai Cattolici romani e dai Protestanti entrambi come Valdesi (Adeney, ibid.). Allora l’applicazione di questi nomi è inaccurata, anche cosiì tardi come al tempo della Riforma. Le dottrine dei periodi antichi non possono essere stabilite con certezza. Ma, non c’è dubbio che questi fossero Subordinazionisti Unitari, classificati come Ariani e che mantennero la Comunione. Questa usanza era normalmente associata ai Sabbatati. E’, ciononostante, l’usanza dei Protestanti che osservavano la domenica, di riferirsi alcune volte all’Eucaristia come Comunione. Se si asserisce che la pratica era usata con il suo solito riferimento, allora logicamente, comprendere il Sabbath è necessario per comprendere la Pascqua Ebraica/Comunione. Il testo precedente li identifica come Sabbatati. Adeney, probabilmente, non avrebbe frainteso il significato della parola Eucarestia.
I Valdesi tennero un sinodo in Piemonte nel 1531, per discutere la voce di George Morel sulle dottrine Protestanti. Loro discussero se accettare il Protestantesimo o no. I due gruppi furono chiamati Conservatori e Innovatori (vedi Adeney, nota p. 668). Non c’è allora nessun dubbio che le loro dottrine all’origine non erano Protestanti. A questo punto si amalgamarono coi Protestanti. Il negare i rituali di Roma e del Medioevo, che erano considerati idolatri, la spiritualità del culto, e l’uso delle sacre scritture nel vernacolo, erano idee Valdesi che trovarono molto appoggio da parte dei riformatori Protestanti. Dal 1532 e il sinodo di Chamforans ad Angrogna, avvenne un numero di riforme
1. l’adozione della pubblica venerazione invece di riunioni segrete dei Valdesi;
2. una condanna assoluta dell’abitudine di alcuni Valdesi di partecipare agli uffici divini dei Cattolici (senza dubbio questo avvenne per paura della persecuzione (vedi inoltre Rev. 2:20-22)).
3. l’approvazione delle vedute dei riformatori sulla predestinazione, lavoro buono, giuramenti, il rifiuto della confessione obbligatoria, il digiuno la domenica, il matrimonio dei prelati e i due sacramenti.
La faccenda fu votata dall’assemblea e sostenuta dalla maggioranza.
I Valdesi, verso le Alpi Francesi, essendo quasi tutti conservativi, vennero assorbiti dal Protestantesimo francese. La persecuzione in Boemia e in Italia, quasi sterminò le Chiese Valdesi di quei posti, lasciando solo il Piemonte e le valli italiane delle Alpi Cozie, chiamate paese di Vaudois, come i posti più importanti (Adeney, p. 669) anche se molti erano sparsi tra i Protestanti svizzeri e tedeschi.
Nel 1536 il Piemonte cadde sotto il dominio del francese Francesco I, che duro fino al 1559. Guglielmo di Furstenburg, un Protestante risoluto, fu nominato governatore e divenne amico dei Valdesi. Lasciò il fratello Farel, il riformatore, in carica a Lucerna e i Valdesi prosperarono ma erano, a questo punto, veri e propri Protestanti. E’ quindi sconcertante dire che erano, come sempre, osservanti della domenica, perchè non erano nemmeno Trinitari fin dopo il quattordicesimo secolo, solo sotto persecuzione. Infatti non sarebbe accaduto fino alla Riforma. Il fatto di riunirsi in segreto, fu senz’altro indotto solo sotto intensa persecuzione. La flessibilità inerente con cui consideravano la loro vita religiosa, mentre la severità riguardante la semplicità biblica, senza dubbio riflette anche questo. Allo stesso modo la storia è scritta da Protestanti Trinitari che osservavano la domenica e cercavano di sviluppare un lignaggio fino agli Apostoli. Non volevano un’organizzazione Subordinazionista che mantenesse l’Eucaresti, che era il fattore più importante. Inoltre Muston non aveva a disposizione i vecchi manoscritti, per esempio.
I Valdesi furono perseguitati per molti anni. Il periodo più terribile fu dal 1540-1690. Nel 1534, in Provenza ci fu un’intera distruzione delle Chiese Valdesi. Le Alpi italiane erano soggette a guerre intense da parte della Trinite, il comandante militare di Filiberto, duca di Savoia. I Valdesi vinsero e fecero pace il 5 Giugno 1561.
I Valdesi della Calabria vennero perseguitati dalle truppe spagnole sotto l’Inquisitore Michele Ghislieri, poi Papa Pio V. I loro discendenti, non morti durante il massacro del tredicesimo secolo, vennero perseguitati. 2000 furono condannati a morte e 1600 messi in prigione. Ci furono alcune persecuzioni in Piemonte, con l’aiuto delle armi, sotto i frati Gesuiti e i Cappuccini con sequestri di edifici ecclesiastici e multe risultando nella guerra sanguinosa del 1624 in cui entrambe le parti soffrirono. In quel periodo Pietro Gilles era a capo.
Ci fu una grande persecuzione sotto Luigi XIV quando il giovane Carlo Emanuele II divenne Duca di Savoia. Maria dei Medici, sua madre, era figlia di Enrico IV e nipote di Caterina dei Medici, l’istigatrice del massacro di S. Bartolomeo. Un Concilio per la Propagazione della Fede fu stabilito a Torino. Cinque anni dopo fu pubblicato l’Editto di Castaldo, dando ordine a tutte le famiglie Valdesi nelle valli, di ristabilirsi nelle montagne nel giro di venti giorni, a meno che non rinunciassero al Protestantesimo. In pieno inverno, andarono incontro a molte sofferenze, con molto coraggio. Sembra che sia stata una tattica perchè 15.000 truppe furono mandate alla Torre anche se i Valdesi si avviarono verso le montagne. Le truppe Cattoliche si offrirono di negoziare e indicarono loro vari passi di montagna. Furono soggetti a un tremendo massacro e 1712 furono martirizzati, secondo Jean Leger, un autore di storia Valdese (notato da Adeney, p. 670). Questo massacro avvenuto prima della revoca dell’editto di Nantes, (1685) scosse l’Europa. Cromwell dichiarò un digiuno. Insieme a Milton scrisse una lettera al re di Francia e ai principi Protestanti. Mandò anche Sir Samuel Morland dal Duca di Savoia come protesta. L’intervento di Cromwell fu efficace. Mazarin consigliò al Duca di terminare la persecuzione e accordare l’amnistia ai Protestanti.
Nel 1686, l’anno dopo l’editto di Nantes, Luigi XIV spedì una lettera a suo cugino Vittorio Amedeo II, Duca di Savoia, chiedendogli di perseguitare i Valdesi nella stessa maniera in cui stava perseguitando gli Ugonotti, che cercavano rifugio tra i Valdesi. Quando la persecuzione iniziò, i Protestanti svizzeri di Basle intervennero offrendo asilo in Svizzera. I delegati svizzeri riuscirono, ma con grande difficoltà a persuadere i Valdesi ad accettare l’esilio. Il 9 di Aprile 1686, il Duca firmò un editto che permetteva l’esilio. Nonostante l’editto, molti vennero presi e imprigionati, i Valdesi dimostrarono resistenza a questa violazione dei termini. La guerra iniziò e, alla fine dell’anno 9.000 vennero uccisi e 12.000 presi prigionieri e molti di questi morirono nelle terribili prigioni del Piemonte. Ne erano rimasti approssimativamente 200 nelle montagne e questi furono così tenaci nella loro lotta che finalmente ottennero la liberazione di tutti i prigionieri e una via sicura per la Svizzera. 3.000 superstiti furono liberati nel 1687 e cominciarono ad attraversare le Alpi in un viaggio che durò in media, dodici giorni e nel quale molti morirono nella neve. Tutto questo avvenne malgrado la protesta degli svizzeri, e giovani fino a dodici anni furono detenuti per essere educati come Cattolici romani. Quest’ultimi furono dispersi in vari posti come Brabdenburg, Prussia, Wurtemberg e Palatinato per prevenire qualsiasi tentativo di ritorno.
I Valdesi riguadagnarono controllo della loro terra d’origine invadendola il 16 Agosto 1689, con 1.000 soldati, provenendo dalla Svizzera. Nella valle di Jaillon, dopo sei giorni di marcia, sconfissero una forza armata di 2.500 francesi sotto il comando del Marchese di Larry. I francesi persero 600 uomini e i Valdesi solo 15, con 12 feriti, però ne persero 116 durante la marcia. I Valdesi combatterono dalla Basiglia e continuarono la lotta durante la primavera del 1690.
Il 23 Maggio 1694 fu loro accordata la libertà religiosa, attraverso l’editto di Vittorio. Papa Innocenzo XII denunciò l’editto ma il senato di Torino ripudiò l’editto papale e ne proibì la pubblicazione nel ducato, pena condanna a morte. Avrebbero avuto problemi severi se non fosse stato per l’assistenza dell’Inghilterra e dell’Olanda. Guglielmo, Mary e in seguito la regina Anna, li assistettero il più possibile come aveva fatto Cromwell, anni prima (vedi Adeney, p. 671). La storia dei Valdesi è quella di un’intermittente e severa oppressione attraverso i secoli. Hanno poca relazione con le Chiese di Dio perchè da tanto avevano trascurato le distintive caratteristiche del Subordinazionismo e della Chiesa in generale. Sono però degni di interesse se si nota come il Papato agì con i non- Cattolici, quando ne ebbero l’occasione. Se ne avessero avuta l’opportunità avrebbero ucciso i Valdesi uno per uno fino al punto di sterminarli dalla faccia della terra.
La Crociata Albigese
I Cathari, Albigesi o Valdesi, prima furono protetti e poi perseguitati da Raimondo VI conte di Tolosa, forse lui stesso un Albigese. Raimondo fu scomunicato da Pierre de Castelnau, legato di Innocenzo III nel 1207. Uno scudiere del conte, in seguito uccise de Castelnau. Il Papa depose Raimondo immediatamente e questi, per paura di essere sottomesso, scacciò gli Albigesi dai suoi domini e fece penitenza il 18 Giugno 1209 di fronte alla Chiesa di St.Gilles. Quando i crociati raggruppati nella Francia del nord, invasero Langeudoc, Raimondo diede assistenza alla crociata e prese parte nella saga di Berzier e Carcassone nel 1209. Al suo ritorno a Tolosa, evitò i suoi doveri e fu scomunicato dal consiglio di Avignone. Raimondo si recò a Roma e fu ricevuto da Innicenzo III ma durante la sua assenza, le sue terre vennero invase da Simone di Monfort. Prima conquistò solo Tolosa e Montauban nel 1212, poi suo cognato Pietro, re d’Aragona, venne in aiuto ma fu icciso durante la battaglia di Murat nel 1213. Nel 1215 Simone di Monfort assediò Tolosa e Narbonne. Raimondo non fece resistenza e accettò i termini umilianti dei legati del Papa. Gli fu tolto il regno e si ritirò in Inghilterra, cercando di ottenere i favori di Innocenzo III durante il Concilio Luterano del 1215. Anche se in esilio in Aragona, Raimondo VI radunò le sue truppe e invase Tolosa il 7 Novembre 1217, e difendendola di nuovo, dopo, contro Simone di Montfort, ucciso il 25 giugno 1218 (C.E. , vol. XII, art. Raimond VI, p. 670).
Raimondo VII tentò di formare una nuova crociata offrendo riverenza all’assemblea di Bourges nel 1226, ma ne era già stata formata una .Luigi VIII (rinunciò ai suoi diritti nel sud di Amaury di Monfort) confiscò Avignone e occupò Langeudoc senza nessuna resistenza ma al suo ritorno a Montpensier, morì l’8 Novembre 1226. Bianca di Castiglia non mosse guerra contro Raimondo che, allora, conquistò molte terre da Imbert de Beaujeu, siniscalco del re di Francia. Nel 1228 nuove bande di crociati cominciarono a saccheggiare Tolosa. In breve Raimondo perse quasi tutte le sue fortezze e dovette supplicare Bianca di Castglia per ottenere la pace. Dopo la conferenza di Meaux, Raimondo tornò a Parigi e fece penitenza in pubblico, il 12 Aprile 1229, nella chiesa di Nôtre Dame. Lui promise di demolire i muri di Tolosa e diede in matrimonio sua figlia Jeanne ad Alfonso di Poitiers, fratello del re Luigi IX. Ritornò poi a Tolosa e mantenendo la promessa estortagli prima, permise la formazione della Inquisizione (Brehier C. E. Vol XII, Raymond VII, ibid.). In questo modo la protezione promessa agli Albigesi o Valdesi, di mantenere l’osservanza del Sabbath, fu rimossa con forza. Ogni cavaliere vagabondo e opportunista d’Europa, fu incoraggiato a mettersi in viaggio per Tolosa e la Francia del sud. Il distretto fu attaccato da ogni lato e quando non si riuscì a convincere gli alleati a fare altrettanto, questi ultimi soffrirono pene e tormenti. L’oggetto principale della crociata era quello di approvare l’Inquisizione in Francia, nel Sud e in Spagna per esterminare i Sabbatati. Avendo rimosso efficacemente l’unico signore in supremazia, la fede degli Unitari e Sabbatati fu perseguitata fino a virtuale estinsione, o in apostasia. Questa gente non aveva commesso nessun reato. Erano di vantaggio al loro Signore e virtuosi verso Dio. Solo per questa ragione furono perseguitati e esterminati. Il concilio di Tolosa del 1229 pubblicò dei canoni contro i Sabbatati.
Canone 3 - I signori dei vari distretti le ville, le case e i boschi perquisiti e i nascondigli degli eretici, distrutti.
Canone 14 - Non è permesso ai laici di essere in possesso del Vecchio o Nuovo Testamento (Hefele 5, 931, 962).
H. C. Lea parlò contro l’Inquisizione e la persecuzione dei Vaudois (History of The Inquisition of the Middle Age, Vol. 1, esp. p, 96). Migliaia furono torturati a morte dall’Inquisitione o uccisi dai Crociati. Si dice che:
Durante la devastazione della città di Biterre, i soldati chiesero ai capi Cattolici come facevano a riconoscere gli ertici; Arnoldo, Abate di Citeaux, rispose: "Ammazzateli tutti, Dio riconoscerà i suoi seguaci" (p. 96).
Si può osservare, che più o meno, esisteva una continua tradizione di osservanza del Sabbath e di Subordinazionismo attraverso tutta l’Europa del Sud fino al tredicesimo secolo. Questi gruppi erano chiamati Pauliciani, Pietrobrusiani, Passaginians (Passaginesi), Valdesi, Sabbatati e Insabbatati. Gli scritti dell’Inquisitore romano Reinerus Sacho, sostengono che la setta dei Vaudois era molto antica. Era antecedente a Valdo, quindi, da secoli.
I Sabbatati erano anche conosciuti sotto il nome di Pasigini. Riferendosi ai Pasigini Sabbatati, Hahn dice;
La propagazione dell’eresia in questo periodo è incredibile. Si incontra dappertutto, dalla Bulgaria a Ebro, dalla Francia del nord al Tevere. Intere nazioni sono infestate, come l’Ungheria e la Francia del Sud; abbonda in molte altre nazioni, in Germania, in Italia, in Olanda e cerca in ogni modo d’infiltrarsi in Inghilterra (Gesch. der Ketzer, 1, 13, 14).
Bonacursus è anche citato contro di loro in questo modo;
Non pochi, ma molti sanno quali sono gli errori di quelli chiamati Pasigini... Prima, ci insegnano ad osservare il Sabbath, dopo condannano e rigettano tutti i Padri della Chiesa e l’intera Chiesa romana (D’Archery, Spicilegium, I, f, 211-214, Muratori Antiq. medœvi. 5, f, 152, Hahn 3, 209).
I preti apparentemente (Hahn) mantennero l’impegno di ritenere il quarto comandamento, dichiarando che il Sabbath simbolizza la festa eterna dei Santi.
Tracce di Sabbatati furono trovate durante il tempo di Gregorio I, Gregorio VII, e in Lombardia, nel dodicesimo secolo (Strong’s Cyclopedia 1, 680). Questa usanza generale si estende dall’Italia attraverso l’Europa.
Robinson calcola che c’erano Valdesi Alpini chiamati Sabbati, Sabbatati, Inzabbatati ma più frequentemente Inzabbatati. Si dice che erano chiamati tali dalla parola ebrea Sabbath perche tennero il Sabato come giorno divino (Generale History of the Baptist Denomination, Vol. II, p. 413).
Infatti, fu per l’incapacità di estirpare i Subordinazionisti Sabbatati, che le crociate vennero attuate. In Spagna la persecuzione è specificatamente diretta ai Valdesi Sabbatati.
Alfonso, re d’Aragona, ecc., a tutti gli arcivescovi, vescovi e a tutti quanti... Vi comandiamo che gli eretici cioè, i Valdesi e Insabbatati, dovranno essere scacciati dalla presenza di Dio e da tutti i Cattolici e si ordina di lasciare il nostro regno (Marianœ, Prœfatio in Lucam Tudenœm, trovato in Macima Bibliotheca Veterum Patrum, Vol. 25, p. 90).
Dopo le crociate e malgrado l’Inquisizione, il sistema era ancora esistente.
Luigi XII, Re di Francia (1498-1515) essendo stato informato dai nemici sui Valdesi, residenti nella provincia di Provenza, a proposito di accuse di molti atroci delitti, mandò il capo delle Richieste e un dottore della Sorbonne, per indagare su questa faccenda. Al loro ritorno, riportarono di aver visitato tutte le parrocchie comunali, ma di non aver trovato nessuna traccia dei reati di cui erano stati accusati. Al contrario, notarono che questi osservava il Sabbath, i sacri ordini del Battesimo in accordo con la Chiesa Antica, insegnavano ai loro figli gli articoli della fede Cristiana e i comandamenti di Dio. Quando il Re udì il resoconto dei commissari, disse che I Valdesi erano più bravi di lui e del suo popolo (History of the Christian Church, Vol. II, p. 71-72, terza edizione, Londra, 1818).
L’estensione e la distribuzione delle sette chiamate Cathari e Albigesi
I gruppi esistenti al tempo dei Valdesi, particolarmente nella Francia del sud e in Spagna erano chiamati, come abbiamo già visto, Cathari e Albigesi. Cathari deriva dal greco katharos or pure e così erano chiamati letteralmente Puritani. Allo stesso tempo notiamo che i Valdesi esistevano durante lo stesso periodo, gli stessi paesi e avevano le stesse dottrine. Abbiamo quindi a che fare con ramificazioni della stessa religione. La parola Cathari è antica. I Novaziani del terzo secolo erano conosciuti come Cathari e questo termine era anche usato dai Manichei. Weber dice:
Cathari era una designazione generale per le sette dualistiche della fine del Medioevo. Molti altri nomi erano in voga per denotare questi eretici. Senza parlare della forma corrotta di ‘Cazzari’, ‘Gazzari’, in Italia e ‘Ketzer’ in Germania, troviamo i seguenti appellativi; ‘Piphli’ - ‘Piphles’ nel nord della Francia e nelle Fiandre: ‘Ariani’, Manichei’ e ‘Patarini’ dovute a vere o false similitudini delle dottrine; ‘Tesserants’, ‘Textores’ (Tessitori), proveniente dal mestiere dei membri. Alcune volte venivano incorrettamente chiamati "Valdesi" dai loro contemporanei. Dal demagogo Arnoldo da Brescia e dal vescovo eretico Roberto di Sperone, vennero chiamati Arnoldisti e Speronisti. Erano inoltre chiamati "Cathari di Descenzano" o "Albanesi di Descenzano", tra Brescia e Verona e da Alba nel Piemonte, Albano o forse da una provincia dell’Albania; ‘Bajolenses’ o ‘Bagnolenses’ (da Bagnolo in Italia); ‘Concorrezenses’ (probabilmente da Concorrenzo in Lombardia); ‘Tolosani’ (da Tolosa); e specialmente ‘Albigesi’ da Albi. La designazione ‘Pauliciani’ di cui ‘Publicani’, ‘Poplicani’, erano forse forme corrotte, e ‘Bulgari’, ‘Bugri’, ‘Bougres’, si riferiscono pribabilmente alle loro origini orientali. (N.A. Weber C.E. art. Cathari, Vol. III, p. 435).
Weber cerca di separare completamente i Valdesi da queste sette, ma si sbaglia. Lui afferma che:
L’Europa dell’est sembra essere stata in questo periodo, il primo paese in cui il Catharismo manifestò se stesso, ed è certo che fu l’ultimo a liberarsene. I Bogomili, che rappresetavano l’eresia in un modo molto dualistico ma mite, forse esistevano fin dal decimo secolo, e in seguito, furono trovati in gran numero in Bulgaria. La Bosnia era un altro centro Catharico. Alcuni scrittori più recenti non differenziano tra gli eretici trovati là e i Bogomili, mentre altri, li metteno allo stesso livello dei Dualisti rigidi. Nei documenti dell’Ovest sono usualmente ‘Patareni’, questo termine allora fu applicato ai Cathari in Italia.
C’è un modello facile da identificare nel movimento di questi popoli. L’origine è facilmente identificata come i Pauliciani, che si trovavano in Tracia. Quindi le prime colonie erano in Albania e Bulgaria. Da lì si sparse in Bosnia. I Bulgari adottarono il Catharismo perchè conteneva la santità del matrimonio e fu praticata in questo modo da tutte le sette puritane. Sembra che i Bogomili avessero sviluppato una forma perversa del sistema, tra gli ordini monastici e il clero ortodosso. Questo, in apparenza, sembra che abbia causato delle dispute serie tra i Bulgari e anche nei Balcani. Non ci sono dubbi che in tutti i gruppi si sposavano e avevano figli per secoli in generale, in ogni posto dove si colonizzarono. Asserire che forzavano il celibato è assurdo.
La ragione per cui i Cathari erano chiamati "Pauliciani (o Paulicians) era perchè adottarono queste dottrine. L’asserzione che le epistole erano relative è una supposizione.
Le sette erano letteraliste bibliche, come è dimostrato dall’esposizione delle loro dottrine. La ragione per cui erano chiamati Cazzari e Sabbatati non è molto difficile da capire. I Khazars o Cazzars si erano convertiti al Giudaismo c. 740. Occuparono un’area dalla Crimea, verso l’Est del mar Caspio verso l’Aral e il fiume Oxus. Si estesero verso Nord attraverso il Volga, a Sud di Bulgar ed ebbero supremazia sulla parte a Nord del Bulgar e pure ad Est e Ovest. Erano al comando del Nord-Est dell’Ucraina. Erano Sabbatati e osservavano le festività religiose e seguirono le leggi sul cibo come i Pauliciani. I Khazars aiutarono i Magiari durante l’invasione dell’Ungheria. Sembra che i Magiari fossero stati loro alleati nella fondazione del loro impero. Il regno ebreo dei Khazar durò approssimativamente dal 700-1016. Gli Ebrei disertori scapparono dalla Grecia per raggiungere i Khazar nel 723. La cartografia della loro distribuzione geografica e dell’influenza si trova nell’: Atlas of Jewish History di Martin Gilbert, 3za edizione, Dorset Press, 1984, pp. 25-26. I Khazar invitarono i Rabbini nel regno ed erano in corrispondenza con gli Ebrei spagnoli. Furono identificati da Koestler (The Thirteen Tribe, Popular Library, New York, 1976) come discendenti di Ashkenaz, discendente di Gomer (Gen. 10:3). Ashkenazi significa: il popolo di Ashkenaz. L’attestata confutazione di Zvi Ankori nel Genetic Diseases Of Ashkenazi Jews non è convincente.
Il centro Ashkenazi era il limite della colonia che si estendeva dalla Crimea a nord-ovest del Baltico (vedi Atlas of Jewish History, p. 43). Quest’area si può vedere più o meno come una riorientazione di Khazaria. Questo avvenne dall’attacco russo che cominciò nel 970. Nel 1016, insieme, i russi- bizantini distrussero il regno di Khazar. Alla fine, questo fatto indebolì l’area, rilocò i Khazar ebrei e fece strada all’invasione dei mongoli nel 1215. Questo incidente spinse i Khazar sempre piu verso Ovest. C’erano movimenti ebrei fuori dalla Crimea dal 1016 (a sud di Costantinopoli, Trebizond e Alessandria e nel nord-ovest fino a Kharkov e Chernigov) e nel 1350 (a Kiev) e nel 1445 (in Lituania). Persecuzioni in Ungheria tra il 1349 e il 1360 spinse gli ebrei a Nord a Tarnapol (vedi Atlas Of Jewish History, pp. 45-46). Allora non è sorprendente che alcuni si convertirono a una forma di Cristianesimo le cui dottrine erano simili al Giudaismo ed ebbero simile persecuzione più o meno durante lo stesso periodo di tempo. Alcuni andarono tra i russi ortodossi. La maggior parte rimase Ashkenazi ebrei e vennero assorbiti in Giuda. Inoltre gli Ashkenazi si distinguono tutt’ora, essendo filosoficamente differenti dagli ebrei Sefarditi di Spagna, Inghilterra e dell’Est. La persecuzione degli ebrei fu severa in Europa in generale specialmente in Spagna e anche in Portogallo. Era così in accordo più o meno con la persecuzione dei Puritani, sotto i loro nomi differenti
I Cathari di Bosnia
Nel dodicesimo secolo Kulin, il bando o capo della Bosnia, adottò il Catharismo con 10.000 seguaci tra il suo popolo. I Cattolici sotto Innocenzo III, Onofrio III e Gregorio IX,cercarono di sterminarli ma senza successo. Papa Nicola IV (1288-92) mandò i Francescani in Bosnia. Si dice che gli Ungheresi avessero tentato di sopprimere i Cathari in Bosnia, ma i Cathari identificarono subito la loro religione attraverso la loro indipendenza. re Tommaso di Bosnia si convertì al Cattolicesimo nel quindicesimo secolo e pubblicò un severo editto contro i coreligionisti. Erano 40.000; lasciarono la Bosnia nel 1446 per l’Erzegovina. L’eresia scomparve dopo l’invasione turca. Migliaia divennero ortodossi e ancora più divennero Musulmani. Questo fatto in se indica che il movimento era Unitario. I commenti di Weber (C.E., p.437) riguardo il celibato forzato dei Cathari non è molto credibile. Non si può mantenere la popolazione nel mondo senza procreazione, loro non erano liberi di far proseliti. Le pratiche trovate tra i frati Bogomili, non sono indicative delle pratiche della popolazione, che non pratica il monasticismo e infatti le condanna. Il resto della popolazione è molto facile che si sia mosso verso il nord in Transylvania, dove i Sabbatati apparvero. La conversione dei membri dell’Impero di Khazar, era anche accompagnato dal movimento dei Puritani in Ungheria e in Transcarpazia/Romania. Le sette in Ungheria furono chiamate Sabbatharier, in Tedesco perchè osservavano il Sabbath.
La storia di queste sette rimase più o meno intatta fino alla fine del diciannovesimo secolo, quando fu scritta dal Dott. Samuel Kohn, Capo Rabbino di Budapest, Ungheria. Il libro è DIE SABBATHARIER IN SIEBENBURGEN Ihre Geshichte, Literatur, und Dogmatik, Budapest, Verlag von Singer & Wolfer, 1894, Leipzig, Verlag von Franz Wagner. I seguenti estratti sono derivati da uno scritto compilato dal traduttore Gerard O Marx riguardante Credi e Pratiche della Chiesa di Dio in Transilvania durante il periodo del 1588-1623. Tra i gruppi Cristiani in Transilvania durante questo periodo se ne trovano alcuni che secondo Kohn:
ristaurarono l’originale e puro Cristianesimo, perchè loro accettarono e praticarono usanze religiose e statuti Ebrei prescritti nel Vecchio Testamento osservati originalmente dal Cristianesimo come unificazione ma dopo, rifiutati (Khon, p. 8).
Marx dice che, secondo Kohn, questi gruppi assomigliavano agli Ebioniti e ad altri Giudei-Cristiani dei primi secoli dopo Cristo. I Sabbatati di Carpathians, formarono una struttura un po’ disgiunta prima del 1588, quando Andrea Eossi divenne il loro capo. I due maggiori gruppi di concentrazione si trovavano nelle città di Szekeli-Keresztur (oggi la città Rumena di Cristuru-Secuiesc) e Korospatak (oggi Bodoc). I villagi più abitati dai Sabatharier o Sabbatati, verso la fine del sedicesimo secolo erano le residenze Ungheresi di Nagy Solymos, Kis Solymos, Uj-Szeleky, Szent-Demeter, Ernye, Ikland, Bozod, Bozod-Ujfalu, e la propria residenza di Andrea Eossi. Subito dopo la morte di Eossi nel 1599 un’apostasi fu stabilita.
... autori di alcuni scritti erano Enok Alvinczi, Johannes Bokenyi, Thomas Pankotai, e Simone Pechi (socio di Eossi) (Marx, ibid.).
Ci fu anche una divisione della Chiesa Unitaria.
… fu nel 1579 che la Chiesa Unitaria si divise in due. Osservanti della domenica e del Sabato. Gli Unitari... si differenziarono dagli altri protestanti in tre principali dottrine:
1. miscredenza nella Trinità e furono chiamati Anti-Trinitari;
2.miscredenza nel battesimo dei bambini;
3. miscredenza nella divinità di Cristo.
Il campione e difensore della loro fede era Francis Davidis, che era anche il fondatore della Chiesa Unitaria in Transilvania nel 1566. Fu alla morte di Davidis che la Chiesa Unitaria si divise... Eossi accettò la fede Unitaria nel 1567. Non essendo soddisfatto che gli Unitari insegnavano tutta la verità sulla Bibbia, cominciò a studiarla profondamente lui stesso... Lui impose le seguenti dottrine ai suoi seguaci:
1. Il Pascqua Ebraica, la Festa del pane azimo, la Pentecoste[le trombe sono state omesse per errore?],la Redenzione, la Festa dei Tabernacoli, il Giorno del Giudizio.
2. I Dieci Comandamenti.
3. La legge della salute (non mangiare sangue,maiale,e animali strangolati).
4. Il millennio che dura mille anni, & all’inizio del quale Cristo tornerà e riunirà Giuda e Israele.
5 L’uso del calendario sacro di Dio.
6. Due resurrezioni differenti: una a vita eterna con la venuta di Cristo; l’altra per essere giudicati alla fine del millennio.
7. La Salvezza per grazia, ma le leggi devono essere osservate.
8. E’ Dio che chiama il popolo alla fonte di verità. Il mondo in generale è cieco.
9. Cristo fu uno dei più grandi profeti, il Santo tra i santi, il "Signore crocifisso", il capo supremo e Re di coloro che supremamente credono in lui, l’amato caro Figlio di Dio. (Marx, ibid)
Nelle pagine 62-67 del libro di Khon The Old Sabbath Songbook è discusso.
Gli inni erano scritti in Ungherese da Eossi, Enok Alvinczi, Johannes Bokenyi, Thomas Pankotai & Simone Pechi... Comprendeva 102 inni: 44 per il Sabbath, 5 per la Luna Nuova, 11 per la Pascqua Ebraica e il Pane azimo, 6 per la festa delle Settimane, 6 per i Tabernacoli, 3 per l’anno Nuovo, 1 per la Redenzione, 26 per l’uso giornaliero.
Non ci sono dubbi allora che la Chiesa osservò le Festività Religiose e la Luna Nuova.
Nel 1637 si crede che ci fossero tra 15.000 e 20.000 Sabbatati in Transilvania. Alla fine del diciassettesimo secolo, i Sabbatati erano ancora rappresentati come minimo in undici città e villagi in Transilvania.
Nel 1867 il Parlamento Ungherese diede completa libertà di religione a tutte le confessioni inclusi gli Ebrei. Molti Sabbatati lasciarono le Chiese Cristiane e si rivelarono come Sabbatati. Siccome le loro dottrine e il modo di pensare corrispondeva molto con quello degli Ebrei, molti Sabbatati si unirono agli Ebrei. Molti adottarono nomi Ebrei (Marx, ibid).
La probabilità che molti si unissero, non è, come Khon afferma avvenuta durante la sua vita (c. 1894):
Il gruppo più grosso di Sabbatati in Transilvania, oggi - e ce ne sono migliaia - sono situati nei dintorni di Oluj e Sibiu. Il vescovo di Cluj - la seconda grande città in Romania - osservò il Sabbath.
Questo popolo si trovava in Trans-carpazia e Romania fino a questo secolo, quando furono dominati dai Comunisti e sono riemersi recentemente come due gruppi disconnessi di Sabbatati, uno di questi ritiene tutti gli aspetti, come nei secoli passati Allora la Chiesa Europea, che potrebbe essere chiamata l’era di Tiatirana, vive ancora come Cristo aveva promesso nell’Apocalisse 2:25-26.
Il Sabbath in Inghilterra
Il Sabbath esisteva in Inghilterra fin da una conversione iniziale. Il Cristianesimo fu certamente introdotto molto prima e Tertulliano di Cartagine (uno scrittore retorico) in Contro Gli Ebrei
si vanta che parti dell’Inghilterra inaccessibili ai Romani furono conquistate da Cristo. Questo fu scritto 200 anni dopo la nascita di Cristo (Edwards Christian England, Vol.1, p. 20).
L’area di Glastonbury era tenuta sotto controllo dagli Inglesi fino a quando Ine, re dei Sassoni dell’Est (688-722), la occuparono. Là lui trovò una chiesa di legno già considerata antica. Diede molta terra al clero del posto e sopravvisse fino al 1184 quando fu bruciata completamente. Il Martire Cristiano più antico sotto i Romani, in Inghilterra, e’ Albano. Sembra che egli fosse stato un soldato Romano, che nascose un prete Cristiano della Gallia e fu battezzato da lui (Edwards, p. 21). Gildas e Bede inoltre ci parlano dei martiri Aaron e Giulio a Caerleon. Il nome Aaron suggerisce che fosse Ebreo (Edwards, ibid.).
C’erano cinque Cristiani inglesi incluso il vescovo al Concilio di Arles nel 314. Eborius, vescovo di York, Restitutus, vescovo di Londra, Adelfius, vescovo di Lincoln (ma non si è certi perchè lo scribacchino scrisse Colonia Londonimensius invece di Colonia Lindensium), un prete e un diacono (Edwards, ibid.).
L’imperatore Costantino era stato dichiarato Augusto, o imperatore di York il 25 Luglio 306, alla morte di Costanzo, suo padre.
Costanzo era stato comprensivo con i Cristiani di Gallia, che erano Subordinazionisti Unitari. Costantino facilitò il Concilio di Nicea nel 325 e Anastasio documenta che il vescovo Inglese era d’accordo con i decreti. Edoardo considera che è probabile, che la Chiesa in Inghilterra rimase come una minoranza concentrata nelle città (p. 22). E’ più probabile che gli elementi in accordo con la posizione Atanasiana, erano cosi concentrati e in bassa minoranza. I rimanenti erano Sabbatati Subordinazionisti, e si estendevano dall’Irlanda alla Scozia. Merita notare che Pelagio, il famoso teologo, nacque in Inghilterra forse nel 380 e così i legami dottrinali con le Chiese in Gallia, non è accidentale. Lui accentua la libertà e l’abilità dell’uomo di cooperare con la grazia di Dio (Edwards, p. 23). Queste dottrine contrastavano con quelle di Agostino di Ippona, sulla completa cattiveria dell’uomo, il quale deve completamente contare sulla forza del perdono e della redenzione, semplificata dalle preghiere Agostiniane
Concedi quello che tu comandi e comanda quello che vuoi (ibid.).
Roma cadde in mano dei cosiddetti barbari. I Vandali venuti per occupare Roma, erano infatti iconoclasti Unitari Sabbatati Cristiani, chiamati Ariani.
Vandalismo deriva dal fatto che i Vandali distrussero tutte le sculture degli idolatri romani e furono in seguito soggetti a gravi critiche, in seguito, da parte degli storici. E’ documentato che la loro occupazione di Roma era esemplare. Pelagio stupidamente, andò a vivere in Africa, non lontano da Agostino, il suo nemico. Questa decisione, dopo, gli costò la scomunica e la morte, in Palestina. La sua scelta della località indica, che Pelagio non era in accordo con le dottrine dei suoi antenati del Nord, o forse non gli piaceva il freddo. Si asserisce che l’eresia di Pelagio è citata dal Prosper, un cronista contemporaneo, si diffuse là per via di Agricola, il figlio di un Vescovo. Il Vescovo Germano fu convocato da Auxerre in Gallia nel 429, e fu accompagnato dal vicino Lupo, Vescovo di Troyes. Bisogna ricordare che Lupo di Troyes era un monaco di Lerins. Questo era il centro da cui la Gallia era ridiretta al sistema romano. Quindi stiamo trattando con i mistici Atanasiani usando le forze romane per sopraffare il sistema inglese, accusato di Pelagianesimo. Loro fecero questo si dice, non solo nelle Chiese ma a incroci, e in campi e stradicciole (Edwards, ibid., p. 23). Il predicare agli incroci era usato, perchè gli incroci erano visti dai romani e dagli europei come centri della dea Ecate, da cui si sviluppò il significato della Croce. Fu per questa ragione che i Subordinazionisti, o Unitari, erano iconoclasti, particolarmente in relazione alle Croci. Il vescovo accompagnò una spedizione militare contro i Pitti e i Sassoni nel nord. Germano era stato un capo o comandante militare, prima di essere ordinato vescovo. Le Chiese e il vescovo della Gallia sotto il sistema romano, presero il nuovo aspetto di una potenza.
La Gran Bretagna fu indebolita dalle forze al di fuori della nazione .Nel 383, lo Spagnolo cristiano Massimo Magno, sposato a Elena, una ragazza Inglese, portò le sue truppe nel continente e si dichiarò imperatore. Da quel punto in poi, la difesa fu inadequata. Nel 407 un altro Costantino guidò le sue truppe nel continente per fare la stessa cosa. Non esiste moneta, dopo questa data, in Inghilterra. Roma fu così tagliata fuori durante la grande invasione barbarica della Gallia e dell’Italia nel 410. Gli Inglesi allora invitarono i Sassoni. La Chiesa inglese-romana costituiva solo una piccola parte di Inghilterra Cristiana ed era confinata al romanizzato e urbano sud e sud-est da Wash to Exeter, con la seconda area da York, nord-ovest a Carlisle e la costa del Cumberland, o nell’ovest della zona militare(Edwards,p. 25). La Chiesa Celtica d’altra parte fu riconosciuta come il centro di fervente fede Cristiana (Edwards, p. 27). I Celti riconobbero la divinità della Bibbia, prendendola alla lettera e obbedendola con tutto il cuore; perfino i regolamenti sul cibo nel Vecchio Testamento furono ricevuti come legge di Dio. I Celti erano molto organizzati come gruppi, che sembrano essere stati di origine razziale mista.
Quello che li univa non era un esercito e una amministrazione con centri urbani, come nella civiltà romana, ma una forte cultura comune basata sulla loro fede condivisa. (Edwards, p. 27)
E’ quindi facile capire perchè i vescovi dovevano andare nell’interno della nazione per discutere contro la cosiddetta eresia Pelagiana, se infatti questo è quello che era. E’ difficile immaginare un argomento raffinato sulle dottrine di grazia e predestinazione tra i pagani. Allora stiamo trattando con due Cristianesimi esistenti in Gran Bretagna e con quello degli inglesi o Celti, i superiori e più biblici. Fu solo soppresso dove dominavano i romani.
Il Cattolicesimo non fu stabilito in Gran Bretagna, fino alla conversione di Angles da Agostino di Canterbury. Ethelbert re di Kent, si convertì al Cattolicesimo durante la Pentecoste 597 (secondo Butler Lives of the Saints, ed. Walsh, concise edn, p. 158) e molti (quasi 10.000) soggetti vennero battezzati durante le feste di metà Inverno pagano del 597. I Cristiani inglesi eran fino a questo periodo, in predominanza, se non esclusivamente tutti Sabbatati Subordinazionisti Unitari, che osservavano le leggi sul cibo e le Festività Religiose. Non furono sotto il dominio di Roma fino al Sinodo di Whitby nel 663 all’Abbazia di St. Hilda, dove si arresero sotto costrizione. Columba di Iona mantenne il Sabbath e predisse la sua morte nel Sabbath, Sabato 9 giugno 597 (Butler Vite dei santi, Vol. 1, art. St. Columba, p. 762). Butler scrive nelle note, che la pratica di chiamare il giorno di Dio Sabbath non cominciò fino a mille anni dopo (Adamnan, Life of Columba, Dublino, 1857, p. 230. W.T. Skene fece inoltre dei commenti in uno dei suoi scritti Adamnan’s Life of St. Columba, 1874, p. 96).
L’autore storico Cattolico Bellesheim (Storia della Chiesa Cattolica in Scozia, Vol. 1, p. 86) commenta sul Sabbath in Scozia.
Sembra di vedere qua, un’allusione ai costumi osservati dalla Chiesa monastica antica dell’Irlanda, di osservare come giorno festivo il Sabato, o il Sabbath.
James C. Moffatt (La Chiesa in Scozia, p. 140) dice:
Sembra che ci fosse stata l’usanza nelle antiche Chiese Celtiche, in Irlanda come pure in Scozia, di osservare il Sabbath, come giorno di riposo dal lavoro. Questi popoli obbediscono al quarto comandamento alla lettera nel settimo giorno della settimana.
Flick (The Rise of the Mediœval Church, p.140) afferma che:
I Celti usavano la Bibbia Latina a differenza di Vulgate (R.C.) e osservarono il Sabato come giorno di riposo, con speciali servizi religiosi alla Domenica.
In Scozia fino al decimo e undicesimo secolo era asserito che:
Loro lavoravano la Domenica ma osservavano il Sabato come se fosse il Sabbatico… Margaret abolì queste usanze (Andrew Lang A History of Scotland from the Roman Occupation, Vol 1, p. 96; vedi anche Celtic Scotland, Vol.2, p. 350).
Gli Scozzesi erano Sabbatati fino alla Regina Margherita, secondo Turgot (Vita di St. Margherita, p. 49).
Era una delle loro abitudini di trascurare la riverenza dovuta al giorno festivo di Dio, dedicandosi ad affari mondani in questi giorni. Che ciò fosse contrario alla legge, la regina Margherita lo dimostrò con la ragione e con autorità. "Veneriamo il giorno di Dio", lei disse, "per la resurrezione del Signore, che avvenne in quel giorno, e cerchiamo di non fare lavori servili; ricordando che in questo giorno noi fummo redenti dalla schiavitù del demonio. Il beato papa Gregorio afferma la stessa cosa.
Anche Skene commenta (Celtic Scotland, Vol. 2, p. 349) riguardo la regina Margherita e le sue attività contro i Sabbatati della Scozia:
Il punto seguente era che loro non riverivano regolarmente il giorno di Dio, e in questo ultimo caso sembra che seguissero un’usanza di cui troviamo tracce nella Chiesa antica d’Irlanda, in cui consideravano il Sabato come fosse il Sabbath in cui si riposavano da tutti i loro lavori.
Lewis (Seventh Day Baptists in Europe and America, Vol. 1, p. 29,) dice:
Ci sono molte prove che il Sabbath prevaleva nel Galles universalmente fino al 1115 dC, quando il primo vescovo romano fu installato a St.David. Le vecchie Chiese Sabbatate non si piegarono a Roma, ma si nascosero nei loro rifugi.
I Sabbatati goderono di un risveglio religioso nell’Inghilterra Elisabettiana.
Durante il regno di Elisabetta, successe a molti pensatori coscenziosi e indipendenti (come era successo prima ad alcuni Protestanti di Boemia) che il quarto comandamento richiedeva loro di osservare non il primo, ma il settimo specifico giorno della settimana (Chambers Cyclopœdia, articolo Sabbath, Vol. 8, 1837, p. 498, quota non chiara).
Giacomo I di Inghilterra, licenziò il Primo Giudice Coke nel 1616, mettendo fine al tentativo di limitare il potere del re attraverso la Corte. Ci furono una serie di persecuzioni dei Protestanti durante questo periodo. Quando il Book of Sports fu pubblicato nel 1618, una controversia violenta si sviluppòtra i teologi inglesi per stabilire se il Sabbath del quarto comandamento era in vigore o no e, in secondo luogo su quali basi il primo giorno della settimana aveva il diritto di essere osservato come Sabbath (Haydn’s Dictionary of Dates, Art. Sabbatarians, p.602). La signora Traske, un’insegnante, fu imprigionata nel 1618, per quindici o sedici anni, a Maiden Lane, una prigione per coloro che non erano d’accordo con la Chiesa inglese. Si rifiutò di insegnare il Sabbath e era disposta a lavorare solo cinque giorni alla settimana (Pagitt’s Heresiography, p. 196).
Nel frattempo in Europa, vi era la guerra per la dominazione e il controllo del continente da parte dei Cattolici. Questa guerra cominciata nel 1620, era effettivamente un conflitto Cattolico/Protestante. Gli Asburgo cercarono di imporre il controllo Cattolico e Imperiale dell’Europa. Nel 1618 i Boemi si ribellarono contro Ferdinando d’Asburgo, subito dopo divenuto imperatore tedesco. Il regno di Boemia fu dato al Protestante Elettore Palatino. Questo incidente causò la Guerra dei Trent’Anni. Nel 1620 gli Asburgo ripresero controllo della Boemia e la persecuzione dei Sabbatati ricominciò.
Nel 1628, nonostante gli inglesi cercarono di fermarlo, il Cardinale Richelieu, Primo Ministro di Luigi XIII, conquistò la fortezza dei Protestanti francesi La Rochelle e distrusse la potenza degli Ugonotti.
Nel 1639 i Covenanters scozzesi, Protestanti non compromessi, si ribellarono contro Carlo I, il quale tentò di imporre un nuovo libro di preghiere (McEvedy World History Factfinder, Century, London, 1984, p. 88).
Nel 1642 cominciò la guerra civile tra il Re e il Parlamento. Da questo momento in poi, questa divisione religiosa vide la nascita di una teologia Unitaria in persone come Milton, Isaac Newton e altri. Cromwell divenne il simbolo di coloro opposti alla dominazione e alla persecuzione Cattolica.
Nel 1647, Carlo I indagò il Commissario Parlamentare e asserì che il procedere dell’osservanza della domenica provenisse direttamente dall’autorità della Chiesa.
Poiché non si trova nelle Sacre Scritture dove il Sabato non si osserva più, o che si può cambiare con la domenica perciò dev’essere autorità della Chiesa canbiarne uno e istituirne un altro (R.Cox Sabbath Laws, p. 333).
Si sostiene qua, che rifiutare il Papato, necessariamente implica cambiamenti che posano interamente sul Concilio della Chiesa per autorità, come per esempio l’osservanza della domenica. La logica mette in pericolo il Protestantesimo. Milton identificò questa logica e disse:
Sicuramente sarà molto meno pericoloso, osservare il settimo, secondo l’espresso comandamento di Dio, che secondo l’autorità delle semplici congetture umane di adottare il primo (Sab. Lit. 2, 46-54).
Nel 1648, il trattato di Westfalia portò la Guerra di Trent’Anni in Europa al fine, ma l’ostilità tra i francesi e gli spagnoli continuò. La sommossa a Parigi marcò il principio di un lungo periodo di disordine civile, conosciuto come Le Fronde. Inoltre, nel1648, George Fox fondò la Società degli Amici (chiamata Quacqueri prima dal 1650).
Intorno a questo periodo il Dott. Peter Chamberlain, dottore di re Giacomo, la regina Anna, e il re Carlo I e la regina Caterina, fu battezzato (secondo il suo monumento: cf. Telegraph print, Napier come per SDA note a documenti con riferimenti al Sabbath, di publicazione sconosciuta, p. 25).
Nel 1649, Carlo I fu giustiziato, l’Inghilterra dichiarò il Commonwealth e Cromwell distrusse i ribelli irlandesi a Drogheda.
La tolleranza religiosa per i sabbatati durante questo periodo divenne più grande, tuttavia, la restaurazione di Carlo II, nel 1660, dopo aver promesso l’amnistia e tolleranza religiosa (McEvedy, ibid.) vide i Sabbatati di nuovo a sfavore. Thomas Bampfield, oratore in uno dei parlamenti di Cromwell, scrisse in favore dell’osservanza del Sabbath e fu imprigionato nella prigione di Ilchester (Calamy 2, 260). Secondo le lettere di Stennet, 1668-1670, esistevano approssimativamente nove o dieci Chiese dei Sabbatati, insieme a molti affiliati sparsi, che sono stati eminentemente conservate (R. Cox Sabbath Lows, ibid. Vol. I p. 268).
Così, da questo periodo, l’osservanza del Sabbath fu esposta quasi a un emigrazione forzata in America. Secondo Jas Bailey, Steven Mumford il primo Sabbatato in America venne da Londra nel 1664 (J. Bailey, History of the Seventh Day Baptist General Conference, pp. 237-238). Nel 1671 I Battisti Sabbatari, avevano rotto la relazione con la Chiesa Battista per mantenere il Sabbath (vedi Bailey History pp. 9-10). Ad ogni modo, i Padri fondatori discendono dai Sabbatati (cf. il saggio The Dutch Connection of the Pilgrim Fathers [264]).
Europa del Nord
La dottrina dei Sabbatari fu perseguitata in Norvegia come minimo dal Concilio della Chiesa a Bergen, il 22 Agosto 1435 e nella conferenza a Oslo nel 1436. La gente in vari posti cominciò a osservare il Sabbath come giorno sacro e l’Arcivescovo proibì ciò sulle basi che:
E’ assolutamente proibito - si dice - nelle leggi della Chiesa, per alcuno osservare o adottare giorni festivi, al di fuori di quelli che il Papa, l’arcivescovo o il Vescovo stabilisce (R. Keyser La Storia della Chiesa Norvegese sotto il Cattolicesimo, Vol. II, Oslo, 1858, p. 488).
Inoltre fu detto, al Concilio Provinciale Cattolico di Bergen nel 1435:
Siamo informati che alcuni cittadini in differenti distretti del regno, hanno adottatto e osservato il Sabbath.
E’ severamente proibito - nei canoni delle Chiese sante - [per] qualsiasi persona osservare giorni, eccetto quelli che il Santo Padre, l’arcivescovo, o il vescovo comandano. L’osservanza del Sabbath, non può in nessuna circostanza essere permessa ora o dopo oltre a ciò che il canone della Chiesa comanda. Per questa ragione consigliamo a tutti i seguaci di Dio in Norvegia che vogliono essere obbedienti verso la Santa Chiesa di abbandonare questa cattiveria dell’osservanza del Sabbath; e il resto lo proibiamo, pena punizioni religiose, di osservare il Sabbath (Dip. Norveg., 7, 397).
La Conferenza della Chiesa a Oslo nel 1436 stabilisce:
E’ proibito e punito con la stessa pena di osservare il Sabato Santo rifiutandosi di lavorare (Storia della Chiesa Norvegese ecc. p. 401).
Nel 1544 l’avvertimento venne ristampato.
Alcuni di voi, nonostante l’ammonimento, osservano il Sabbath. Dovreste essere puniti severamente. Chiunque sia trovato ad osservare il Sabbath, deve pagare una multa di dieci marchi (Storia del Re Cristiano III, Niels Krag e S Stephanius).
Allora è evidente che il Sabbath si era fortificato in Norvegia, in un periodo di cento anni.
La dottrina dei Sabbatari e come minimo la comprensione del settimo giorno, Sabbath, esisteva anche in Norvegia dal periodo della Riforma, secondo i commenti fatti nelle note e traduzioni: per esempio vedi Documenti e Studi Riguardanti la Storia del Catechismo Luterano nelle Chiese del Nord, Christiania, 1893; e anche Periodici di Teologia per la Chiesa Evangelica Luterana in Norvegia, Vol. 1, Oslo, p. 184. L’osservanza del Sabbath si sparse anche in Svezia e fu soppressa continuamente.
Questo zelo di osservare il Sabbath continuò per molto tempo; anche piccole cose che potrebbero rinforzare la pratica dell’osservanza del Sabbath venivano punite (vescovo Anjou, Svenska Kirkans Historis, (dopo) Motet I Upsala).
La pratica si estese in Finlandia e il re Gustavo Vasa I di Svezia scrisse al popolo della Finlandia.
Un po’ di tempo fa abbiamo sentito che della gente in Finlandia è caduta in un grande errore e osservò il settimo giorno, chiamato Sabato (Libreria dello Stato a Helsingfors, Reichsregister, Vom. J., 1554, Teil B.B. leaf 1120, pp. 175-180a).
Chiese di Sabbatati, ad ogni modo, rimasero esistenti in Svezia fino al giorno d’oggi.
Adesso faremo di tutto per dimostrare che la santificazione del Sabbath ha le sue fondamenta e le sue origini in una legge che Dio al tempo della creazione stabilì per il mondo intero e di consequenza riunisce tutti gli uomini di ogni età (Evangelisten (L’Evangelista), Stoccolma, 30Maggio -15 Agosto, 1863: organo della Chiesa Battista Svedese).
Le forme di dottrina Sabbataria nel nord, tuttavia, erano degenerate in una forma di Protestantesimo Trinitario, con il Subordinazionismo completamente finito. I Protestanti cominciarono semplicemente ad adottare il Sabbath, invece della purezza dei concetti biblici. Il Pastore M.A. Sommer cominciò ad osservare il settimo giorno e scrisse un articolo sul vero Sabbath in uno dei suoi scritti religiosi Indovet Kristendom, No. 5, 1875. In una lettera al capo Avventista Jhon G, Matteson lui scrisse:
tra i Battisti qua in Danimarca c’è una grande agitazione riguardo il comandamento del Sabbath... Però, io sono forse l’unico insegnante in Danimarca così vicino agli Avventisti e colui che per molti anni ha proclamato il secondo avvento di Cristo (Advent Tidente, Maggio 1875).
Comunque i rimanenti della Chiesa originale erano ancora nel sud-est. Lutero aveva anche notato (Lectures on Genesis, 1523-27) che i Sabbatati esistevano a quel tempo in Austria. Questi apparentemente erano i discendenti dei Sabbatati Valdesi. Lui infatti propugnava l’osservanza del Sabbath.
Dio benedica il Sabbath e lo santifichi a se stesso. Dio vuole che questo comando riguardo il Sabbath rimanga. Lui desidera che nel settimo giorno sia insegnato il volere di Dio (Commentary on Genesis, Vol. 1 vedi pp. 133-140).
L’osservanza del Sabbath in Germania e in Olanda fu soppressa vigorosamente e molti furono martirizzati. Barbara di Thiers fu giustiziata nel 1529. Un’altra martire Cristina Tolingen, negò la veridicità dei giorni festivi Cattolici e tenne il Sabbath come settimo giorno (Martirologia delle Chiese di Cristocomunemente chiamate Battiste, durante l’era della Riforma, dall’Olandese T.J. Van Bracht, Londra, 1850, 1, pp. 113-114).
L’osservanza del Sabbath in Germania non era per niente finita e uno degli aderenti era Tennhardt di Norimberga, un severo osservante del Sabbath (Bengel’s Leben und Werken, Burk, p. 579). Sembra che lui asserisse che la Domenica era stata stabilita dagli Anti-Cristo (K. I. August aus Tennhardt’s "Schriften", 1712, p. 49).
Abbiamo già notato la repressione dell’osservanza del Sabbath nel Belgio, secoli prima della riforma. I Sabbatati trovarono rifugio a Lichtenstein fin dal 1520, nello stato di Lord Leonhardt di Lichtenstein
come i principi di Lichtenstein si tennero all’osservanza del vero Sabbath (J.N. Andrew History of the Sabbath, 649).
Questa pratica a Lichtenstein fu attaccata da Wolfgang Capito.
I Sabbatati insegnano che questo esterno Sabbath, per esempio Sabato, dev’essere ancora osservato. Si dice che la domenica è un’invenzione del Papa (Wolfango Capito Refutation of Sabbath, 1599).
La dottrina Sabbataria era penetrata in Russia prima della riforma e fu condannato a un Concilio di Mosca nel 1503.
Gli accusati [I Sabbatati] furono ammoniti: loro dichiararono apertamente la loro nuova [sic]fede, e la difesero. I piu’ importanti tra loro, il segretario di Stato Kuritzyn, Ivan Maximow, Kassian, archimandrita del [Bury?] monastero di Novgorod, furono comdannati a Morte, e bruciati in pubblico in gabbie, a Mosca: 19 Dicembre 1503 (H. Stenberg Geschichte der Juden [in Polen] Leipsig, 1873, pp. 117-122).
Stenberg nota:
Ma la maggioranza si trasferì in Crimea e nel Caucaso, dove rimase fedele alla dottrina a dispetto della persecuzione fino al giorno d’oggi. Vengono chiamati Subtoniki, o Sabbatati (Stenberg Geschicte der Juden in Polen, p. 124).
E’ quasi certo che i Sabbatati o Valdesi, fossero presenti in Boemia verso la fine del 1500.
Erasmo testimonia che anche così tardi come nel 1500 questi Boemi non soltanto osservarono il settimo giorno scrupolosamente, ma erano anche chiamati Sabbatati (da R, Cox The literature of the Sabbath Question, Vol.II, pp. 201-202, Riprodotto nel Truth Triumphant, p. 264).
La citazione da R. Cox sembra che dica:
Io trovo in un brano di Erasmo che nel principio della riforma quando lui scrisse, c’erano Sabbatati in Boemia, che non solo osservavano il settimo giorno, ma che lo consideravano... scrupolosamente un giorno di riposo (Dott. R. Cox The Literature of the Sabbath Question, Vol. II pp. 201-202).
Armitage e Cox (ibid.) notano l’esistenza dei Sabbatati di Boemia come molto ben stabiliti nel 1310.
Nel 1310, duecento anni prima delle tesi di Lutero, i confratelli di Boemia costituivano un quarto della popolazione di Boemia, ed erano in comunicazione coi Valdesi, abbondanti in Austria, Lombardia, Boemia, Germania del nord, Turingia, Brabdenburg e Moravia. Erasmo fece notare che osservavano il settimo giorno, Sabbath (Armitage A History of the Baptists, p. 318, e anche Cox, ibid.).
In Moravia alcuni Sabbatati erano guidati dal Conte Zinzendorf nel 1738 dove scrisse a proposito dell’osservanza del Sabbath.
Che ho usato il Sabbath per riposo giàda molti anni e la nostra domenica per proclamare il Vangelo (Budingache Sammlung, Leipzig, 1742, Sec. 8, p. 224).
I Moravi sotto Zinzendorf si mossero dall’Europa all’America nel 1741, dove Zinzendorf e i confratelli Moravi deliberarono con la chiesa a Bethlehem USA, di osservare il settimo giorno come giorno di riposo (ibid., pp. 5,142,1422). La dottrina della loro divinità non è chiara. Rupp osserva che prima Zinzendorf e i Moravi a Bethlehem cominciarono a osservare il Sabbath e prosperarono, c’era un piccolo gruppo di Sabbatati in Pennsylvania (Rupp, History of Religious Denomination in the United States, pp. 109-123). La storia dei Boemi e dei Moravi dal 1635 fino al 1867 è descritta da Adolfo Dux. Lui dice:
La condizione dei Sabbatati era terribile. I loro libri e scritti dovevano essere portati al Concistoro di Karlsburg per essere bruciati (Adolfo Dux, Aus Ungarn, Leipzig, 1880, pp. 289-291).
La soppressione del Sabbath continuò nelle aree di Romania, Ceco-Slovacchia e nei Balcani. Nel 1789 continuò e l’editto di tolleranza di Joseph II non fu applicato ai Sabbatati, tra cui, alcuni, persero tutto, di nuovo (Jahrgang 2, 254). I preti Cattolici, aiutati dai soldati, costrinsero i Sabbatati ad accettare il Cattolicesimo romano solo di nome, lavorando il sabato e partecipando ai servizi religiosi la domenica, per un periodo di duecentocinquant’anni. L’esclusione dello stato delle Chiese a Chiese Sabbatate nell’editto di tolleranza, in particolare quello del Parlamento Ungherese del 1867, è anche notato da Samuel Kohn SABBATHARIER IN SIEBENBURGEN op. cit., e annotata nelle annotazioni di Gerhard O Marx nell’opera op. cit. (sopra) (cf. Kohn The Sabbatarians in Transylvania, trad. T. McElwain e B. Rook, ed. W. Cox, Pubblicazioni CCG, USA 1998).
Alla Chiesa in Romania e Ungheria, sotto Andrea Eossi, dal 1588, fu negato l’uso della stampa e fu costretta a pubblicare le notizie con un sistema di pubblicazioni fatte a mano. Questa Chiesa esistette in Transcarpazia e Romania (specificamente a Oluj e Sibiu) c. 1894 ed erano Sabbatati chiamati Sabbatharier (il suffisso arier sembra che indichi origini Ariane [forse perchè erano Sabbatati non-Ebrei, o forse era un nome sbagliato per Ariani] Sabbatati). Questo popolo esiste tutt’ora in Ucraina e nelle aree del nord dei posti del 1894. Questi erano Unitari.
Altre Tradizioni Cristiane
Un’annotazione fatta da Brady’s Clavis Calendaria (I-II, Londra, 1812, pp. 313-314) sostiene che una prima determinazione della nascita di Cristo, era sostenuta dall’antica Chiesa di essere avvenuta durante la festa dei Tabernacoli, i primi Cristiani, che si notò essere Ebrei, nonostante conformandosi all’anno romano con la natività al 1 Gennaio, durante la festa dei Tabernacoli, adornarono le Chiese con ramoscelli verdi come ricordo che Cristo era attualmente nato in quel giorno, nello stesso modo gli Ebrei eressero baracche e tende. Brady dice che queste furono le origini delle decorazioni della grotta della natività con rami verdi a Natale.
L’Impero dei 1260 Giorni
E’ chiaro che esiste un continuo lignaggio di Subordinazionisti, o Unitari Sabbatati, attraverso i secoli nel mondo Cristiano, che va parallelo con la Chiesa Cattolica che, la Chiesa Cattolica ha speso anni cercando di sopprimere. A volte è stato molto vicino a essere sterminato. Virtualmente, in ogni situazione dove la Chiesa Ortodossa è stata in una posizione di potenza, ha usato ogni mezzo a sua disposizione per introdurre un’Inquisizione, usando la tecnologia del tempo per sterminare questo sistema.
Il periodo del Sacro Romano Impero cominciò nel 590, con la dichiarazione di Papa Gregorio I. Il Papato divenne il dominatore effettivo di Roma, col decadimento del potere di Roma d’Est in Italia (vedi McEvedy, ibid., p. 41). Questo sistema rimase come un’immagine del mostro romano per la dureta di 1260 anni. Nel 1846 l’ultima inquisizione finì. Durò 23 anni, dal 1823 al 1846, e 200.000 persone furono condannate a morte, imprigionati a vita, esiliati o la galera nello stato del Papa solo 1.5 miglioni furono messi sotto continua sorveglianza dalla polizia e tormentati.
C’era un patibolo permanente costruito nella piazza di ogni città e villagio. Treni, riunioni di più di tre persone, e giornali erano proibiti. Tutti i libri furono censurati. Un tribunale speciale presiedeva permanentemente in ogni posto per cercare di condannare e giustiziare gli accusati. Tutti i processi erano condotti in Latino. Il novantanove per cento degli accusati non sapevano di che cosa erano accusati. Tutti i Papi lacerarono le continue petizioni per giustizia, diritto di voto, riforma della polizia, e del sistema delle prigioni (vedi Malachi Martin The Decline and fall of the Roman Church, Secker and Wanburg, Londra, 1981, p. 254).
Le rivolte terminavano con grandi esecuzioni, lavoro forzato a vita, esilio o tortura, usando truppe Austriache (ibid. 254). Papa Gregorio XVI terminò una rivolta con totale massacro dei ribelli. La fine dell’Impero durato 1260 anni iniziò con la rivoluzione in Italia e in Europa del 1848 (vedi McEvedy, p. 151). Il Papa Pio IX, fu ristabilito a Roma dalla truppe francesi il 19 Aprile. Però non aveva nessun potere, e le armi di Garibaldi circondarono Roma il 19 Aprile. Ci fu un voto per l’indipendenza dal Papato, poichè gli stati pontefici, si univano alla Republica. Il risultato delle votazioni a Roma fu di 46,785 a favore e 47 contrari. Negli stati pontefici i risultati furono: 132,681 a favore e 1,505 contrari (Martin, p. 225). Fu un totale rifiuto delle leggi papali. Otto mesi dopo il Parlamento Italiano passò la legge di Garanzia:
il papa è un sovrano indipendente, il Parlamento lo riconosce, lui ha inviolabilità e immunità personale, libertà di andare e venire, di organizzare conciliii, concistori, a suo piacere. E’ il padrone del Vaticano, Il Laterano, gli uffizi Papali, e di Castel Gandolfo. Ha un’entrata annuale di 3,225.000 Lire.
Papa Pio stracciò la copia della legge dicendo: "Saremo prigionieri" (Martin, p. 255).
A questo punto l’Impero arrivò alla sua prima e grande conclusione. Ci fu una minore rinascita che terminò nel 1871, quando il Papa perse di nuovo e completamente ogni potere temporale. Le Chiese Sabbatarie erano salve per ora, ma non tutto era terminato. Sardis regno’ (Apoc. 3:1 ff).
In Cina sembra che la fine del 1260 mo. anno fu celebrato durante la rivoluzione di Taiping nel 1850. Hung Hiu-Tsen si proclamò Imperatore e conquistò Nanjing e Shanghai (McEvedy, p. 151). L’osservanza del Sabbath fu un fattore e stimolo di grande importanza. Secondo uno dei loro ufficiali (Lin-Le), sotto Hung, oppio, tabacco e bevande intossicanti vennero proibite e il Sabbath era osservato religiosamente (Lin-Le The Ti-ping Revolution, Vol. I, pp. 36-48,84). Quando si chiedeva perchè loro osservavano il settimo giorno Sabbath, i Taiping risposero che per primo, la Bibbia lo insegnava e secondo i loro antenati lo consideravano come un giorno di preghiera (A Critical History of the Sabbath and the Sunday, annotato anche nella publicazione SDA p. 27).
L’impero dei 1260 anni è quello dell’Apocalisse 12:6 e Apocalisse 12:15, dove diedero alla donna le ali dell’aquila (Cristo come per Esodo), per volare nel deserto, dove sarà nutrita per un po’ di tempo e per metà tempo. Dal profetico sistema del tempo, ciò è basato sul 360mo giorno dell’anno profetico o 360 anni. Quindi esiste una possibile dualità per questa profezia. Ad ogni modo, il significato più importante è che la durata è 1260 anni (360 x 3.5). Il punto iniziale di questa profezia è quello di 590 dC. L’asserzione che i 1260 anni cominciarono con la battaglia romana a Busta Gallorum e finì con la deposizione di Napoleone nel 1814, è completamente falsa. Bellisario conquistò la Sicilia e l’Italia dal 535-540 dagli Ostrogoti, che contrattaccarono nel 540. Nel 568 i Longobardi sopraffecero l’Italia. Si erano spostati dall’Ungheria dagli Avars. La fine del sistema non fu nel 1814. Waterloo fu combattuta nel 1815 non nel 1814.
Infatti Napoleone aveva sciolto o abolito il Sacro Romano Impero nel 1806. Tutte le terre degli Asburgo divennero parte dell’Impero Austriaco con tedesco come lingua ufficiale. Napoleone aveva aggiunto le terre del Papato nel 1808 (McEvedy, p. 135). Nel 1815 la conferenza di Vienna produsse una risoluzione che ridisegnò la mappa d’Europa. La conferenza restaurò le monarchie dell’Austria e della Prussia. Il Sacro Romano Impero fu ricostituito come una confederazione tedesca, sotto una presidenza austriaca. La Svezia guadagnò la Norvegia e la Danimarca ma perse l’ultimo appiglio nel continente (McEvedy, p. 140). Tra il 1815 e il 1848 ci fu un solo cambiamento di confine entro l’area coperta dal congresso e solo due in tutta l’Europa. Il primo esisteva solo per riconoscere che il tentativo da parte del congresso di unire Belgio e Olanda era fallito (i Belgi cacciarono gli Olandesi nel 1830). Il secondo fu l’indipendenza dei Serbi dagli Ottomanni nel 1817. I Greci fecero un’offerta per la totale indipendenza nel 1821.
Quindi l’asserzione che il Sacro Romano Impero finì nel 1814, è solo propaganda delle Chiese in America. Le basi sembrano diramate dal fatto che gli americani non conoscevano la politica continentale. Gli Avventisti in America tentarono di proclamare l’avvento del Messia dal 1842. L’asserzione dell’avvento del 1842-44 non poteva essere fatta se la profezia riguardante i 1260 anni, fosse stata ancora in progresso. Allora gli Avventisti convenientemente ignorarono lo scioglimento del 1806 e la ricostituzione dell’Impero Romano nel 1815 e convenientemente fecero finire il periodo nel 1814. Questa menzogna fu accettata dagli Avventisti americani e da altre ramificazioni delle Chiese di Dio fino ad oggi. Il risultato finale di questa data erronea è che le asserzioni degli Avventisti riguardo il 1842-44 sono false. Nulla di simile sarebbe potuto accadere poiché le profezie non potevano avverarsi a quel tempo. Il 1850 era l’anno più prossimo a cui imputare la fine dei 1260 anni e ce ne sono altri che i rami Avventisti-Millenaristi statunitensi non hanno ancora applicato. Il risultato per l’esposizione biblica Sabbataria fu disastroso. Un’altra data importante era il 663 anno in cui si tenne nell’abbazia di Hilda in Inghilterra il Sinodo di Whitby e le Chiese britanniche e tutte quelle degli Ebrei occidentali furono coastrette ad accettare il dominio romano con la spada alla gola. Così la Chiesa Cristiana occidentale fu posta sotto il dominio del sistema ecclesiastico erroneo. Ciò diede inizio ad un altro periodo della profezia di cui si parlerà altrove. Il risultato finale fu che i Cristiani obbedienti resistettero con fatica in quel periodo. C’è tuttavia un'altra prova negli ultimi giorni (Apoc. 6:9-11) e il Messia verrà.
(Nota: alcune citazioni importanti riprese da un documento SDA non determinato sono incomplete. Alcune erano estremamente antiche o rare; due difficili da decifrare. Le citazioni sono state autenticate quando possibile; una è stata corretta e un’altra integrata. Ci scusiamo per il carattere erudito ma le note sono considerate importanti).
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