Chiese Cristiane di Dio

[159]

 

Il Tempo della Crocifissione e della Resurrezione [159]

(Edizione 2.0 19960413-19990608)

La tradizione cristiana insegna che la crocifissione di Gesù di Nazareth è avvenuta di Venerdì e la sua resurrezione di Domenica.  Documenti storici provano che questa dottrina non fu insegnata dagli apostoli o dalla primitiva Chiesa del Nuovo Testamento.  Questo saggio esamina le Scritture, la storia, le date del calendario lunare e le prove di recenti ricerche, traendo da esse la verità sulla datazione.  Ci sono delle prove evidenti che il ministero di Cristo durò due anni e mezzo e non tre anni e mezzo come è stato a volte dedotto da alcune traduzioni di Daniele 9.  Si fornisce inoltre una dettagliata analisi degli eventi avvenuti durante i sei giorni prima della Pasqua ebraica.  Questo saggio comprende nuovi studi che dimostrano che la crocifissione avvenne nel 30 d.C. invece che nel 31 d.C., come molti hanno creduto.

 

 

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Il Tempo della Crocifissione e della Resurrezione [159]

 

La crocifissione e la resurrezione di Cristo costituiscono forse l’evento più importante e il meno compreso della storia dell’umanità.

 

La tradizione associata alla crocifissione afferma che Cristo fu crocifisso su una croce.  Questa è tradotta dalla parola latina crux.  L’origine e il significato della croce sono spiegati nel saggio La Croce: Le sue origini ed il suo significato [039].  La Companion Bible nell’Appendice 162 parla delle due parole tradotte come croce dal Nuovo Testamento greco.  Le parole sono stauros e xulon.  La Companion Bible dice che la parola greca stauros indica un palo diritto al quale erano inchiodati i criminali nelle esecuzioni.  La parola xulon indica un pezzo di legno o tronco morto, o legname da ardere o per qualsiasi altro scopo.  Non è come dendron che è usata per un albero vivente o verde (come in Mt. 21:8; Ap. 7:1,3; 8:7; 9:4 ecc.).  L’Appendice afferma che:

 

Poiché la parola xulon ha sostituito la precedente stauros, è dimostrato che il significato delle due parole è esattamente lo stesso.  La parola “croce” è la traduzione del latino crux; ma la parola greca stauros non significa croce più di quanto “bastone” non significhi “cruccia”.  Omero usa la parola stauros per indicare un normale palo o piolo, o un singolo pezzo di legno.  Questo è il suo significato e uso in tutta la Grecia classica.  Non indica mai due pezzi di legno uniti l’uno all’altro in alcuna posizione, ma indica sempre un singolo pezzo di legno.  Da qui l’uso della parola xulon, in relazione alla morte di nostro Signore, e tradotta croce in Atti degli Apostoli 5:30; 10:39; 13:29; Gal. 3:13; 1Pt. 2:24.  Questo significato è mantenuto anche nell’inglese antico rood o rod. 

Vedere l’Enciclopedia Britannica, undicesima edizione, vol. 7, p. 505d.

Non c’è nulla nel greco del Nuovo Testamento che possa implicare due pezzi di legno.

La lettera chi, X, l’iniziale della parola Cristo [Christos] era in origine usata per il Suo nome; o Xp.

Questa fu sostituita dai simboli e anche il primo di questi aveva quattro braccia uguali.  Queste croci erano usate come

 

 

 

simboli del dio sole babilonese e sono state viste per la prima volta in una moneta di Giulio Cesare, 100-44 a.C., e poi in una moneta coniata dall’erede di Cesare (Augusto), 20 a.C….(vedere Appendice 162, p. 186).

 

La prima confusione nella questione della crocifissione risulta forse più chiara.  Cristo fu crocifisso su uno stauros o palo, non su una croce.  Fu crocifisso un 14 Nisan durante il regno di Tiberio Cesare.  L’individuazione del giorno della settimana dipenderà dall’anno in cui egli fu ucciso e dalla sequenza degli avvenimenti della settimana qui riportati.  La determinazione della Pasqua ebraica dipende dal Novilunio e non dal giorno della settimana.  Vi sono alcune Scritture che determinano la data esatta e vi sono alcune profezie che devono essere adempiute per far si che Gesù, o più correttamente Jehoshua, diventi il Messia. 

 

La determinazione dell’anno della crocifissione deve cominciare dalle date conosciute nelle Scritture.  L’unica data certa che si ha viene dal ministero di Giovanni Battista.

 

Luca 3:1-6 Nell'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:  Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sia riempito,
ogni monte e ogni colle sia abbassato;
i passi tortuosi siano diritti; i luoghi impervi spianati. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! (KJV)

 

Il preambolo in Luca 3:1 ci dà la data esatta dell’inizio del ministero di Giovanni Battista.  Stabilendo il suo ministero dunque, le Scritture ci danno istruzioni che consentono di determinare con assoluta certezza l’inizio e la durata del ministero di Gesù Cristo.

 

Tiberio Claudio Cesare Augusto, il successore dell’Imperatore romano Augusto, nacque nel 42 a.C. da nobili genitori divorziati così che Livia, sua madre, potè sposare Ottaviano (Augusto).  Augusto lo obbligò a divorziare da sua moglie, così da poter sposare la figlia dell’Imperatore, Giulia, per poter avere un erede al trono.  Giulia fu bandita il 2 a.C. per il suo comportamente scandoloso, e, a causa della morte dei suoi due figli avuti in un precedente matrimonio, Tiberio fu adottato da Augusto come suo erede nel 4 d.C..  Il Senato gli dette il potere tribunizio e l’autorità proconsolare.  Quando Augusto morì, il Senato nominò Tiberio Imperatore il 17 Settembre del 14 d.C. (Interpreters Dict. of the Bible, Abingdom, 1962, Vol. 3, p. 640).

 

Augusto regnò fino al 19 Agosto del 14 d.C..  Questo è affermato da Schurer (The History of the Jewish People in the Age of Jesus Christ, T&T Clark, 1987, Vol. 1, p. 203).  Schurer fa partire il regno di Tiberio da questa data.  Ci sono dunque due date: una data effettiva e una proclamata.

 

L’anno santo di Israele iniziava in Nisan, ma l’anno civile in oriente iniziava approssimativamente in Ottobre, il mese dell’Inizio o Tishri.  I Noviluni del 14 d.C. iniziarono a Gerusalemme Martedì 13 Settembre del 14 d.C. alle 04:31 e Venerdì 12 Ottobre del 14 d.C. alle 19:47 (determinato da H.H. Goldstine New and Full Moons 1001 a.C al 1651 d.C., American Philosophical Society, 1973).  Tishri dovrebbe dunque iniziare il 13 Ottobre o il quindicesimo anno di Tiberio era nel 28 d.C..  A seconda del metodo di calcolo, è impossibile che il 1 Tishri sia più di 177 giorni dopo il 1 Nisan secondo il sistema dei rinvii, o forse meno (173), in base ai mesi osservati.  A partire dal 13 Ottobre, il 1 Nisan dovrebbe cadere approsssimativamente il 26 Aprile.  Sono più di 30 giorni dall’equinozio, che cade in queste date Giuliane il 20-21 Marzo.  Questa data è dunque impossibile.  Si può dedurre che il 1 Tishri cade il 13 Settembre del 14 d.C.  Il secondo anno di Tiberio doveva cominciare nell’Ottobre del 14 d.C. poiché si faceva iniziare il quindicesimo anno del regno di Tiberio in Tishri del 27 d.C., se si reputa valida la data proclamata. 

 

Ponzio Pilato mantenne la carica per 10 anni (Antichità Giudaiche xviii, 4, 2) dal 26 d.C. al 36 d.C., quando fu deposto poco prima della visita di Vitellio a Gerusalemme, poco prima della Pasqua ebraica del 36 d.C..  Flavio Giuseppe colloca la presa di potere di Pilato nel dodicesimo anno di Tiberio, che corrisponde al 25-26 d.C. (Schurer, p. 382, fn. 130).  Questo si basa solo sull’affermazione di Flavio Giuseppe.  Il 27-28 d..C. è dunque, secondo Flavio Giuseppe, il quattordicesimo anno.  Questo fatto introduce un’apparente contraddizione al testo biblico, la quale può essere risolta se si considera che Flavio Giuseppe utilizza la data della nomina da parte del Senato, e Luca quella della morte di Augusto.

 

Anche un altro aspetto deve essere considerato.  I nomi macedoni dei mesi furono adottati in Siria a partire dalla dominazione dei Seleucidi, e la confusione con il calendario Giuliano fece si che  l’anno iniziasse in giorni diversi in alcune grandi città.  A Tiro l’anno iniziava il 18 Novembre, a Gaza e Ascalona il 29 Agosto (Bickerman Chronology) e i mesi giuliani furono chiamati più tardi semplicemente con i nomi macedoni (Ideler I, pp. 429 e seguenti).  Vi è dunque una controversia sul fatto che Flavio Giuseppe si riferisse al mese giudaico con il nome macedone o, in realtà, al giuliano macedone. Questo argomento e il calendario Giudaico usato, sono esaminati da Schurer (ibid., Vol. I, pp. 595-599).  Schurer dà per scontato l’assunto che il calendario di Tiro era usato dai giudei (ibid., p. 599).

 

Il ministero di Giovanni Battista sarebbe anche coinciso con il mese del Giubileo, poiché il 27 d.C. era l’anno del Giubileo e l’Espiazione, il 10 Tishri, fu la data in cui iniziò.  Giovanni non avrebbe potuto iniziare il suo ministero prima di Tishri del 27 d.C. poiché il quindicesimo anno di Tiberio, contando dalla morte di Augusto, iniziò, al più tardi, in questo mese.

 

Un’osservazione degna di nota che deriva dall’interpretazione del calendario nel Libro dei Giubilei, basato su di un anno di 364 giorni di 52 settimane esatte, poneva la Pasqua ebraica di Mercoledì tutti gli anni, con l’Espiazione il Venerdì e l’inizio dei Tabernacoli il Mercoledì.  C’è un generale accordo tra le autorità sul fatto che la comunità Qumran deprecasse l’uso del calendario luni-solare e adottasse il calendario simile o identico a quello usato nel Libro dei Giubilei (Schurer, ibid., pp. 600-601).  Si può dunque affermare che Qumran celebrasse la Pasqua ebraica il Mercoledì, cosa che coincideva con la comunità generale solo in pochi anni durante quel periodo.

 

Durante il ventesimo secolo le Chiese di Dio hanno generalmente accettato il fatto che la Pasqua ebraica del 31 d.C. fosse stata collocata di Mercoledì.  Fred Coulter in Harmony of the Gospels, la pone di Mercoledì, sia il 30 d.C. che il 31 d.C..  Comunque, Daniel-Rops in Jesus and His Times, tr. Ruby Millar, Dutton & Co, New York, 1954, pone la crocifissione il 7 Aprile del 30 d.C. che si afferma essere un Venerdì (p. 432).

 

Fred Coulter è in grave errore, e forse persino artificioso nella sua comprensione e nalla sua argomentazione circa la Pasqua ebraica, nella sua opera The Christian Passover, York Publishing Co, CA, 1993.  Comunque, sembra che Daniel-Rops abbia costruito questa argomentazione del Venerdì per il desiderio di porre la crocifissione di Venerdì e la sequenza di avvenimenti è ricostruita a questo fine.  La Domenica delle Palme è inesplicabilmente distanziata e i commenti storici e il paragone tra il percorso di Cristo e la moderna città sono fantasiosi.  L’intera argomentazione è costruita più sulla premessa che Venerdì fu il giorno della crocifissione che sulla costruzione di una tabella di eventi che mostri la sequenza di attività dall’ingresso a Betania, il Sabbath precedente.  Non viene data alcuna spiegazione per la Festività.  In più, la Pasqua ebraica è determinata dal Novilunio che, come vedremo più avanti, esclude in modo assoluto, nel 30 d.C., una crocifissione di Venerdì.

 

È importante per la Chiesa Ortodossa stabilire nel 30 d.C. una Pasqua ebraica di Venerdì, poiché, come vedremo, la sequenza delle Pasque ebraiche in Giovanni, a partire dal quindicesimo anno di Tiberio, pone, considerando il racconto sulla Pasqua ebraica in Giovanni 11:55 e Giovanni 12:1,  la crocifissione il 30 d.C.  La datazione della Pasqua ebraica nel 30 d.C. o nel 31 d.C. ha una grande importanza per il Segno di Giona.  Daniel-Rops comprende ciò in maniera intuitiva quando osserva che:

 

Quaranta anni dopo, all’inizio del mese di Nisan, nell’anno 70, un esercito Romano occupò la Città Santa.  Quattro legioni di ausiliari della Siria e della Numibia, seimila uomini con l’equipaggiamento migliore furono condotti dall’Imperatore Tito, figlio di Vespasiano, che fu nominato solo sei mesi prima da un colpo di Stato delle legioni in Egitto (ibid., p. 452).

 

Dunque se il Vangelo di Giovanni si riferisce ad una sola Pasqua ebraica nei capitoli 11 e 12, ciò che è quasi certo, e l’inizio del racconto è dalla Pasqua ebraica del 28 d.C., si ha una Pasqua ebraica nel 30 d.C.. Dunque gli Ortodossi devono costruire la crocifissione di Venerdì, e il Segno di Giona inizia il 30 d.C. e finisce il 1 Nisan del 70 d.C..  La successiva distruzione del Tempio e la chiusura del Tempio a Leontopoli in Egitto, sono solo la narrazione dall’inizio del termine.  Se ciò è nel 31 d.C., il termine del Segno avviene con la cessazione del sacrificio.  Esaminiamo le opzioni.

 

Un passo fondamentale è quello di stabilire le date dei Noviluni a Gerusalemme nel periodo 28-33 d.C. in modo tale da esaminare quando le date del 1 Nisan, e quindi la Pasqua, cadano in quegli anni.  È dunque possibile accertarsi abbastanza accuratamente se sia possibile una crocifissione di Mercoledì o di Venerdì, e se questa interpretazione coincida con i testi biblici.

 

L’Almanacco dell’Ufficio Nautico di sua Maestà ha fornito le date nelle quali caddero i Noviluni negli anni 28-33 d.C., basandosi sullo studio di H.H. Goldstine (ibid.).  Le date derivano dall’osservazione a Babilonia (Baghdad) e dunque devono essere tolti 37 minuti per avere l’orario di Gerusalemme.  Le irregolarità nella rotazione della terra danno origine a piccole irregolarità negli orari.  Anche l’equinozio è in anticipo nelle date Giuliane, cioè il 20-21 Marzo.  Anche nel sistema Gregoriano l’equinozio non può essere prima del 20 Marzo.

 

Dunque le date dei Noviluni sono:

 

Lunedì

Martedì

15 Marzo 28 d.C.

13 Aprile 28 d.C.

alle 03:38

alle 17:21

Venerdì

4 Marzo 29 d.C.

alle 04:13

Sabato

2 Aprile 29 d.C.

alle 20:43

Mercoledì

22 Marzo 30 d.C.

alle 20:59

Venerdì

21 Aprile 30 d.C.

alle 12:48

Lunedì

12 Marzo 31 d.C.

alle 01:29

Martedì

10 Aprile 31 d.C.

alle 14:45

Sabato

29 Marzo 32 d.C.

alle 23:08

Lunedì

28 Aprile 32 d.C.

alle 10:09

Giovedì

19 Marzo 33 d.C.

alle 13:41

Venerdì

17 Aprile 33 d.C.

alle 22:12

 

 

 

Dalle datazioni dei Noviluni, l’inizio dell’anno santo, o 1 Nisan, cadeva, come  segue, usando le regole standard dei Noviluni più vicini all’equinozio e alla Pasqua ebraica che seguiva l’equinozio, e usando il giorno standard Giudaico dall’oscurità di un giorno fino alla fine del crepuscolo serale nautico del giorno dopo:

 

Lunedì

15 Marzo 28 d.C.

Domenica

3 Aprile 29 d.C.

Giovedì

23 Marzo 30 d.C.

Lunedì

12 Marzo 31 d.C.

Lunedì

31 Marzo 32 d.C. (rinviato da Domenica 30 Marzo)

Giovedì

19 Marzo 33 d.C.

 

Questi rinvii non tenevano conto del sistema di Hillel o di quelli successivi, ma erano delle decisioni prese ad hoc (vedere il saggio Il Calendario di Dio [156]).

 

Di queste date, è noto che la data del Novilunio del Giovedì 19 Marzo del 33 d.C., sarebbe stata osservata a partire dal giorno dopo [a causa dell’antica tradizione Giudaica, secondo la quale se un Novilunio non può essere celebrato nel giorno in cui cade, cioè quando cade nelle ore diurne, è osservato il giorno dopo].  Dunque, 1 Nisan del 33 d.C. sarebbe Venerdì 20 Marzo del 33 d.C..  Secondo queste date il giorno della preparazione alla Pasqua ebraica del 14 Nisan sarebbe caduto il Giovedì di due settimane dopo.  La Pasqua ebraica sarebbe stata di Venerdì, a partire dalla sera prima – ma Cristo fu crocifisso nelle ore diurne del giorno prima, che era un Giovedì.  Comunque, data la tendenza Giudaica ad evitare di porre in sequenza i Sabbath e le Festività Religiose (tranne poche eccezioni), era possibile in questo anno una crocifissione di Venerdì.  Dunque secondo le tavole precedenti la crocifissione potrebbe essere stata in questi giorni:

 

Domenica

28 Marzo 28 d.C.

Domenica

17 Aprile 29 d.C. (rinviata dal Sabato)

Mercoledì

5 Aprile 30 d.C.

Domenica

25 Marzo 31 d.C.

Domenica

13 Aprile 32 d.C. (rinviata dal Sabato)

Venerdì

3 Aprile 33 d.C. (rinviata come descritto nel paragrafo precedente)

 

Eccetto il 33 d.C., è impossile che la crocifissione sia avvenuta di Venerdì.  La data nel 30 d.C. è chiaramente un Mercoledì.  La data nel 31 d.C. è una Domenica.  Dunque, il 31 d.C. sembra essere escluso dai sostenitori di una crocifissione di Mercoledì.  Come è possibile sostenere il 31 d.C.? La discussione si basa sul fatto che l’anno santo del 31 d.C. non iniziò prima di Mercoledì 11 Aprile, secondo le regole dei rinvii ancora esistenti.  Comunque, ciò pone ancora la crocifissione di Martedì, cioè il 24 Aprile.  Oltre a questo fatto vi è una serie di altri problemi con questa data. Secondo l’antico sistema di osservazione, che era rispettato sia dai Cristiani Ortodossi che dai Giudei prima dell’introduzione del calendario di Hillel nel 344-358 d.C., la data più tarda possibile per il 1 Nisan è il 7 Aprile Gregoriano (o prima con la data Giuliana).

 

Il Novilunio più vicino all’equinozio e la Pasqua ebraica dopo l’equinozio rendono possibile una data più tarda del 7 Aprile (Gregoriano).  I rinvii hanno visto date fino all’8 Aprile per il 1 Nisan (p.es. il Calendario Giudaico del 1997), ma questo non si basa sull’autorità biblica e su nessuna prova prima del 344 d.C..  La Pasqua ebraica non può cadere più tardi del 22-23 Aprile di nessun anno.  Secondo il sistema Giuliano le date sono precedenti.  Dunque il 25 Aprile del 31 d.C. sembra essere una totale invenzione.

 

Perché fu introdotta questa invenzione? La risposta sembra trovarsi nel falso presupposto che si trova dietro alle speculazioni teologiche circa le settanta settimane degli anni che terminano con il Messia.  Questo si basa sulla errata interpretazione di Daniele 9:25 nella KJV.  La data d’inizio della profezia è presa dal regno di Artaserse I, le sessantanove settimane terminano quindi il 27 d.C., che è dunque considerato l’inizio del ministero di Cristo.  Si afferma che egli predicò per tre anni e mezzo.  La settimana è quindi divisa e un altro periodo è considerato per la fine, normalmente attribuito a testimonianze o simili.  La discussione è completamente inventata e non si basa su alcuna prova biblica.  H.Hoeh usa questa teologia viziata come base per la sua opera The Crucefixion Was Not on Friday (Ambassador College Press, 1959, 1961, 1968).  Mentre il titolo è un’affermazione vera, gli argomenti forniti da Hoeh e da quelli come Coulter per sostenere questa posizione non sono veri.  Il Segno di Giona è una questione complessa ed è spiegata nel saggio Il Miracolo di Giona e la Storia della Ricostruzione del Tempio [013].

 

Le alternative sono dunque Mercoledì 5 Aprile del 30 d.C., Domenica 25 Marzo del 31 d.C., Domenica 13 Aprile del 32 d.C., e Venerdì 3 Aprile del 33 d.C..  Si può ora esaminare quello che appare essere l’anno della Pasqua ebraica della crocifissione, basato sulle testimonianze bibliche e storiche.  Sappiamo che Cristo non iniziò il suo ministero fino a quando Giovanni non fu messo in prigione (Mt. 4:12-17; Mc. 1:14).

 

Matteo 4:12-17 Avendo intanto saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea e, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata. Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino". (KJV)

 

Sappiamo dal vangelo di Giovanni che Giovanni fu imprigionato solo dopo la Pasqua ebraica che sembra essere quella del 28 d.C., essendo la prima ad essere citata e la prima dopo l’inizio del suo ministero.  La Pasqua ebraica è citata in Giovanni 2:13,23.

 

Giovanni Battista battezzava ad Ennon vicino a Salim.  Gesù era venuto in Galilea con i suoi discepoli che battezzavano, anche se egli non battezzava (Giovanni 4:2).  Giovanni non era ancora stato imprigionato.

 

Giovanni 3:22-24 Dopo queste cose, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea; e là si trattenne con loro, e battezzava. Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché c'era là molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era stato ancora imprigionato. (KJV)

 

Sappiamo che Gesù era cosciente che il suo ministero non era ancora venuto poiché disse ciò alla donna durante le nozze di Cana (Gv. 2:4).

 

Dalla ricostruzione delle date degli eventi, si può dedurre con relativa certezza che Cristo fu battezzato verso Febbraio, circa 50 giorni prima della Pasqua ebraica. I Vangeli Sinottici non forniscono una testimonianza di tutte le Pasque ebraiche interessate.  Giovanni, comunque, ne elenca il più grande numero.  La prima Pasqua ebraica, che sembra essere quella del 28 d.C., è citata in Giovanni 2:13,23.

La festa successiva citata è in Giovanni 5:1.  La festa non è certa, ma è reputata da qualcuno Purim (vedere la Companion Bible, fn. To v.1).  Giovanni, comunque, testimonia che Cristo era in Samaria al tempo della mietitura (e forse a quattro mesi dal raccolto) che avviene all’incirca alla Pentecoste del 28 d.C (Gv. 4:35).

 

La successiva festa della Pasqua ebraica, che potrebbe essere il 29 d.C., è citata in Giovanni 6:4.

 

Giovanni 6:1-4 Dopo questi fatti, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. (KJV)

 

Egli, dopo questo periodo, insegnò a Cafarnao (Gv. 6:59).

 

Questa è una festa citata in Luca 6:1 dove il termine il secondo Sabbath dopo il primo è usato per tradurre deuteroprotos o secondo primo Sabbath.  Questo si riferisce al secodo Sabbath della festa, a partire dallo Yom Tov o la Prima Festività.  Dunque è o il Sabbath settimanale (vedere fn. To Companion Bible) o la Seconda Festività (Friedrich Westburg Die Biblische Chronologie, p. 122 – vedere H.Hoe The Crucifixion Was Not on Friday, 1968 ristampa, p. 32).  La Companion Bible collega questo testo a Matteo 12:1 come Sabbath settimanale.  Coloro che vogliono affermare una quarta Pasqua ebraica si riferiscono a questa festa come ad una Pasqua ebraica, distinta da quelle citate da Giovanni, per stabilire il 31 d.C. come l’anno della morte di Cristo.

 

La festa in Luca 6:1, a prima vista, sembra essere quella dei Tabernacolo piuttosto che una Pasqua ebraica, poiché le spighe sono mature.  Comunque, il termine spighe può riferirsi sia a orzo che a grano e, dunque, riferirsi al periodo tra Marzo e Giugno, quindi sia alla Pasqua ebraica che alla Pentecoste.  La nuova RSV traduce Luca 6:1 con campi di grano.  Se era la Pasqua ebraica ed era il Sabbath settimanale, allora l’Agitazione del Covone non era stata presentata, essendo presentata il mattino dopo il Sabbath (non lo Shabbatown o Festività).  Si ricordi che 6 Sivan era una parte dei rinvii stabiliti dal sistema di Hillel.  Cristo non avrebbe rotto il suo obbligo mangiando il grano prima che l’Agitazione del Covone fosse presentata (Lv. 23:14).

 

L’orzo (e il grano) deve essere trebbiato.  Il riferimento in Luca 6:1 indica che le spighe furono sfregate con le mani prima di essere mangiate.  Il granturco non ha bisogno di questa azione, ma piuttosto deve essere staccato.  Dunque, il giorno sembra essere la seconda Festività della Pasqua.  L’altra possibilità è che si tratti della Domenica della Pentecoste, durante la mietitura.  Cristo ebbe l’autorità di raccogliere le spighe.  Questa attività precedette la nomina dei dodici apostoli (Lc. 6:13) e dunque avvenne molto presto.  In questo caso sembrerebbe essere la Pasqua ebraica del 28 d.C. (o del 29 d.C. al massimo).  Le attività ebbero luogo nella pianura (litoranea), prima dell’ingresso di Cristo a Cafarnao.

 

La Festa dei Tabernacoli è citata in Giovanni 7:2, Gesù vi andò di nascosto, ma dopo insegnò nel Tempio (Gv. 7:10,14,37; 8:1-2,20).  La Festa della Dedicazione o Hanukkah è citata in Giovanni 10:22.  La Festa è di otto giorni, a partire dal venticinque del mese di Chislev.  È chiamata anche, da Giuda, Festa delle Luci.  Era inverno, due mesi dopo la Festa dei Tabernacoli.  Le autorità giudaiche cercarono di ucciderlo, ma Cristo fuggì e andò al di là del Giordano, dove Giovanni aveva battezzato per la prima volta (Gv. 10:39-42).  Non si fa menzione della durata di questo periodo oltre il Giordano.

 

Egli tornò per resuscitare Lazzaro e andò via di nuovo verso la città di Efraim, dove rimase per qualche tempo.

 

La successiva Pasqua ebraica è citata in Giovanni 11:55.

 

Giovanni 11:55-57 Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione andarono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e stando nel tempio dicevano tra di loro: "Che ve ne pare? Non verrà egli alla festa?". Intanto i sommi sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunziasse, perché essi potessero prenderlo. (KJV)

 

A questo testo segue Giovanni 12:1 che parla dell’ingresso in Betania.  Lazzaro era stato resuscitato ed era a tavola con loro.  Gesù aveva lasciato i Giudei ed era andato in un’altra regione, nella città di Efraim, dopo la resurrezione di Lazzaro e si trattenne lì con i suoi discepoli (Gv. 11:54).

 

È appurato che la Pasqua ebraica in Giovanni 11:55 è la stessa di Giovanni 12:1 e seguenti, e ciò emerge dal testo.  Vi sono dunque due Pasque ebraiche citate in Luca e tre in Giovanni.  Sembra non vi sia alcun fondamento per una quarta Pasqua ebraica, a meno che non si stabilisca che la festa in Luca 6:1 sia una Pasqua ebraica diversa da quella riportata da Giovanni.

 

Il vero problema è che per i quaranta giorni di Giona furono dati quaranta anni a Giuda, a partire dal ministero del Messia.  Il ministero del Messia, secondo un’interpretazione letterale di Giovanni, coincide per due anni con quello di Giovanni Battista, precedendolo di sei mesi, che è la loro differenza di età (vedere Luca 1).  Dunque il ministero combinato durò meno di tre anni, poiché il ministero di Giona durò meno di tre giorni.  Dunque Giona iniziò un viaggio di giorni (che corrisponde al ministero di Giovanni) e profetizzò per due giorni (che corrisponde al ministero di Cristo per due anni).  Il parallelo anno-giorno è ancora mantenuto.  Da questa ricostruzione sembra dunque che abbiamo a che fare con una crocifissione avvenuta nella Pasqua ebraica del 30 d.C..

 

Anche se è difficile trattare tutte le attività che sono successe in quel periodo in un solo saggio, è senza dubbio utile costruire una tabella degli eventi.  Questo deve essere fatto con lo scopo di verificare la cronologia biblica rispetto alle date.

 

Il compito successivo è quello di cercare la conformità degli ultimi giorni del periodo della Pasqua ebraica, a partire dall’ingresso a Betania.

 

La Legge richiede che sia rispettata una serie di azioni per osservare la Pasqua ebraica.  Le azioni compiute da Cristo prima della Pasqua ebraica simboleggiano il rispetto delle ordinanze che riguardano le Feste della Pasqua e del Pane Azzimo.

 

Le regole principali sono:

1.      il Tempio è purificato a partire dal primo Nisan;

2.      i semplici fanno penitenza a partire dal settimo giorno di Nisan;

3.      i sacerdoti sono santificati sotto la propria responsabilità;

4.      l’agnello è messo in serbo il dieci Nisan;

5.      la sistemazione provvisoria è preparata il tredici Nisan ed occupata la sera dell’inizio del quattordici Nisan.  Il pasto chegigoh, o pasto della preparazione, è consumato il quattordici Nisan.  Questa fu l’Ultima Cena.  Questo è un pasto della Pasqua ebraica, ma non è il pasto della Pasqua ebraica (vedere il saggio La Pasqua ebraica [098]).

6.      l’agnello pasquale è ucciso il pomeriggio del quattordici.  La Pasqua ebraica è consumata in piedi la sera che inizia il quindici Nisan.

7.      la mattina del quindici la gente può tornare a casa (Dt. 16:6).  La Festa poi continua per sette giorni, l’ultimo dei quali è una Festività.

 

Questa sequenza ci aiuta a capire cosa stia accadendo durante la Pasqua ebraica della crocifissione.

 

Il periodo della Festa del Pane Azzimo è un periodo esteso, che copre i giorni della preparazione, la Pasqua ebraica vera e propria e la Festa del Pane Azzimo.  Il primo giorno del Pane Azzimo è in realtà il giorno di preparazione che inizia il quattordici Nisan.  Il periodo in questione, in Matteo 26:17, faceva parte del periodo di preparazione al tredici Nisan, prima di prendere possesso della sistemazione temporanea per il periodo delle trentasei ore che vanno dalla sera del quattordici Nisan al mattino della prima Festività (Dt. 16:6).

 

La prima attività intrapresa da Cristo in questa ultima Pasqua ebraica fu la purificazione del Tempio.  Questo avvenne a partire dal primo Nisan.  Egli aveva purificato il Tempio in precedenza, all’inizio del suo ministero, come si vede in Giovanni 2:13-21.

 

Vi furono in effetti, in questa fase finale, due ingressi del Messia a Gerusalemme e non uno.  Il primo ingresso, menzionato in Matteo 21:1-7, fu inaspettato e preliminare al secondo che era invece atteso.

 

Le sequenza è esposta per spiegare la concordanza degli eventi intrapresi da Cristo per obbedire alle regole che egli aveva fornito a Mosè sul Sinai, in quanto Angelo della Presenza ed elohim di Israele, essendo consacrato a questa posizione da Dio l’Altissimo che era Yahovah delle Schiere, Eloah (Dt. 32:8 (LXX; RSV); Sal. 45:6-7; Eb. 1:8-9).

 

I quattordici giorni prima della Pasqua ebraica

 

I sacerdoti si preparano in conformità alla Legge.  Ezechiele 45:18-20 descrive il processo di purificazione.  Il Tabernacolo è purificato il primo Nisan.  I semplici e i peccatori sono purificati il settimo giorno (Ez. 45:18-20).  I sacerdoti si purificano per la Pasqua ebraica.  Essa fu sospesa da Ezechia a causa del fallimento dei sacerdoti nel purificarsi (2Cr. 30:3).

 

Ora si possono affrontare gli eventi dei sei giorni precedenti la Pasqua ebraica, a partire dal 9 Nisan.

 


 

Il Sesto Giorno Prima della Pasqua ebraica 9 Nisan (dal tramonto del Giovedì a quello del Venerdì)

 

Evento

Matteo

Marco

Luca

Giovanni

Cristo raggiunge Gerusalemme da Gerico.

 

 

19:1-10

 

Cristo trascorre la notte del Giovedì a

 

 

19:6

 

casa di Zaccheo e insegna la parabola delle mine.

 

 

19:11-27

 

Egli procede verso Gerusalemme.

 

 

19:28

 

Egli manda due discepoli a prendere un’ “asina” e un “puledro”.  Da notare che ci sono due animali.

 

21:1-7

 

 

 

Egli fa il suo primo ingresso da Betfage (non Betania).

21: 8-9

 

 

 

Egli non è atteso e chiedono “Chi è costui?”

21:10-11

 

 

 

Egli purifica il Tempio in accordo alla Legge.

21:12-16

 

 

 

Egli parte per Betania.

21:17

 

 

 

 

Si vede che lo scopo del primo viaggio a Gerusalemme era la purificazione del Tempio, che doveva essere fatta per la cerimonia della Pasqua ebraica nella quale Cristo doveva essere l’Agnello Pasquale.  Le attività successive riguardano il dieci Nisan che è il giorno in cui si mette in serbo l’agnello per il sacrificio della Pasqua ebraica, in conformità a Esodo 12:3.  Questo accade dal tramonto del Venerdì a quello del Sabato.  Cristo dedicò se stesso e fu consacrato in questo Sabbath.

 

Il Quinto Giorno Prima della Pasqua ebraica 10 Nisan (dal tramonto del Venerdì a quello del Sabato)

 

Evento

Matteo

Marco

Luca

Giovanni

Il Signore trascorre il Sabbath a Betania.

 

 

 

 

A partire dal tramonto del Sabbath (Sabato) è consumata la prima delle tre cene, (probabilmente a casa di Lazzaro).

 

 

 

 

12:2

Durante questa cena ebbe luogo una delle due consacrazioni.

 

 

 

12:3-11

Il Quarto Giorno Prima della Pasqua ebraica 11 Nisan (dal tramonto del Sabato a quello della Domenica)

 

Evento

Matteo

Marco

Luca

Giovanni

Il secondo, o trionfale, ingresso a Gerusalemme ha luogo.

 

 

 

 

Cristo invia due discepoli a prendere un animale, un puledro non domato.

 

11:1-7

19:29-35

12:12

Il Signore parte da Betania (non Betfage) e incontra una folla proveniente da Gerusalemme.

 

 

11:8-10

 

19:36-40

 

12:12-19

Egli piange sulla città.

 

 

19:41-44

 

Egli entra nel Tempio e si guarda intorno.

 

11:11

 

 

Egli poi torna a Betania.

 

11:11

 

 

 

Il Terzo Giorno Prima della Pasqua ebraica 12 Nisan (dal tramonto della Domenica a quello del Lunedì)

 

Evento

Matteo

Marco

Luca

Giovanni

Cristo ritorna a Gerusalemme al mattino.

21:18

11:12

 

 

Il fico è maledetto.

21:19-22

11:13-14

 

 

Egli riappare al Tempio e lo purifica di nuovo.

 

11:15-17

19:45-46

 

Insegna nel Tempio.

 

 

19:47

12:20-50

He faces the opposition of the rulers.

 

11:18

19:47-48

 

Egli lascia la città (probabilmente per andare a Betania; vedere Lc. 21:37-38).

 

11:19

 

 

 

Il Secondo Giorno Prima della Pasqua ebraica 13 Nisan (dal tramonto del Lunedì a quello del Martedì)

 

Evento

Matteo

Marco

Luca

Giovanni

Sorge la domanda dei discepoli a proposito dell’albero di fico che si trova sulla strada per Gerusalemme.

 

 

11:20-26

 

 

Cristo è di nuovo a Gerusalemme e nel Tempio.

21:23-27

11:27-33

20:1-8

 

Cristo insegna per mezzo di domande e di parabole.

21:28-23:39

12:1-44

20:9-21:4

 

La prima grande profezia nel Tempio è rivelata.

 

 

21:5-36

 

Riaffermazione del compito del Signore nell’ultima settimana.

 

 

21:37-38

 

Seconda grande profezia sul Monte degli Ulivi.

24:1-51

13:1-37

 

 

Continuazione della seconda profezia.

25:1-46

 

 

 


 

Questo sembra far procedere la discussione, mentre probabilmente si tratta di una regressione agli eventi della sera precedente, quando avvennero le azioni nella casa di Simone, il lebbroso.  L’affermazione dopo due giorni è la Pasqua ebraica è l’indicatore temporale.  Questa storia abbraccia attività concomitanti, che iniziarono con le attività nella casa di Simone.  Giuda Iscariota tradì Cristo durante le azioni di questo giorno.  Gli altri discepoli furono mandati nel pomeriggio a preparare la sistemazione temporanea.  Se la storia è realmente continua, allora il pasto nella casa di Simone non può che essere stato il pasto di mezzogiorno e tutte le attività seguirono questo evento.  Questo lasso di tempo ben fissato e il commento indicano che la storia può essere regredita alla sera precedente.

 

Il racconto in Marco sembra continuare l’azione in una lista di attività dello stesso giorno.  Sembra che molteplici attività furono intraprese per il giorno della preparazione e, al più tardi, il pasto nella casa di Simone doveva essere il pasto di mezzogiorno del 13 Nisan.  L’Appendice alla Companion Bible riguardante le Tre Cene (Appendice 157, p. 182) dipende dunque dalla regressione alla sera precedente o essere limitata a tre pasti, trattandosi di due cene e di un pasto di mezzogiorno.  In ogni caso Cristo e i suoi discepoli presero la loro sistemazione la sera del quattordici Nisan per l’ultima cena.

 

 

 


Affermazione “dopo due giorni è la Pasqua ebraica”

26:1-5

14:1-2

 

 

Egli ritorna a Betania ed è presente nella casa di Simone il lebbroso.  Ha luogo la seconda consacrazione.

 

26:6-13

 

14:3-9

 

 

Giuda Iscariota trama il tradimento di Cristo.

26:14-16

14:10-11

22:1-6

 

Preparazione all’ultima cena.

26:17-19

14:12-16

22:7-13

 


 

I discepoli si preparano a consumare l’ultima cena nella sistemazione temporanea.

 

Deuteronomio 16:5-7 Non potrai immolare la pasqua in una qualsiasi città che il SIGNORE tuo Dio sta per darti, ma immolerai la pasqua soltanto nel luogo che il SIGNORE tuo Dio avrà scelto per fissarvi il suo nome; la immolerai alla sera, al tramonto del sole, nell'ora in cui sei uscito dall'Egitto. Farai cuocere la vittima e la mangerai nel luogo che il SIGNORE tuo Dio avrà scelto; la mattina te ne potrai tornare e andartene alle tue tende. Per sei giorni mangerai azzimi e il settimo giorno vi sarà una solenne assemblea per il SIGNORE tuo Dio; non farai alcun lavoro.(KJV)

 

Questo ci porta dunque alla fine del tredici Nisan.

 

Il Giorno Prima la Pasqua ebraica

Il giorno della preparazione del quattordici Nisan.  Il giorno della crocifissione 14 Nisan (dal tramonto del Martedì a quello del Mercoledì).

 

Evento

Matteo

Marco

Luca

Giovanni

“Venuta la sera” per compiere il tradimento di Cristo.

26:20

14:17

 

 

L’Ultima Cena iniziò con il lavaggio dei piedi.

 

 

 

13:1-20

L’annuncio del tradimento.

26:21-25

14:18-21

 

13:21-30

La cena è consumata e il Nuovo Patto di Ger. 31:31 è annunciato.  Il pane e il vino sono istituiti.

 

26:26-29

 

14:22-25

 

22:14-23

 

E’ fatta la prima profezia del rinnegamento di Pietro.

 

 

 

13:31-38

La discussione su chi sia il più grande.

 

 

22:24-30

 

Seconda profezia del rinnegamento di Pietro.

 

 

22:31-34

 

Appello finale alla prima missione (Lc. 9:3).

 

 

22:35-38

 

L’ultimo appello agli undici è seguito dalla preghiera di Cristo.

 

 

 

14:1-17:26

Il gruppo va al Getsemani.

26:30-35

14:26-29

22:39

18:1

Terza profezia del rinnegamento di Pietro.

 

14:30-31

 

 

Agonia nell’orto.

26:36-46

14:32-42

22:40-46

 

La preoccupazione del Signore.

26:47-56

14:43-50

22:47-54

18:2-11

La fuga di Lazzaro (vedere fn. Mc. 14:51-52, Companion Bible).

 

14:51-52

 

 

I processi di Cristo continuarono tutta la notte del Martedì.

26:57-27:31

14:53-15:19

22:54-23:25

18:12-19:13

Alla mezzanotte del nostro Martedì, l’ora sesta, Pilato disse “Ecco il vostro re”.

 

 

 

 

19:14-15

Cristo è portato via per essere crocifisso.

27:31-34

15:20-23

23:26-31

19:16-17

Con lui furono portati due criminali (kakourgoi).

 

 

23:32-33

19:18

La discussione con Pilato circa l’iscrizione.

 

 

 

19:19-22

Avvenne la divisione delle vesti.

27:35-37

15:24

23:34

19:23-24

Egli fu crocifisso all’ora terza (le 9 del mattino del nostro Mercoledì).

 

15:25-26

 

 

I due ladri furono crocifissi con lui.

27:38

15:27-28

 

 

Gli scherni dei sommi sacerdoti e degli scribi, dei ladri e del malfattore.

27:39:44

15:29-32

23:35-43

 

Il Signore affida sua madre a Giovanni.

 

 

 

19:25-27

L’oscurità avvolge la terra all’ora sesta (mezzogiorno).

27:45-49

15:33

23:44-45

 

Cristo emette il suo ultimo lamento alle 3 del pomeriggio di Mercoledì e muore.

27:50

15:34-37

23:46

19:28-30

Ultimi eventi.

27:51-56

15:38-41

23:47-49

19:31-37

Cristo fu sepolto in tutta fretta prima del tramonto del Mercoledì intorno alle 6 del pomeriggio prima dell’inizio della prima Festività.

 

27:57-66

 

15:42-47

 

23:50-56

 

19:38-42

 

(vedere anche Schaff-Herzog Encyclopedia of Religious Knowledge, art. Fasting for a Wednesday   Crucifixion).  

        


Cristo dunque riamane nella tomba per tre giorni e tre notti per adempiere il segno di Giona (Mt. 12:39-41).

 

1.      Il primo giorno fu la prima Festività (Yom Tov), il quindici Nisan, da tramonto a tramonto.

2.      Il secondo giorno fu dal tramonto del Giovedì a quello del Venerdì che non era una Festività e dunque Maria e gli altri poterono prendere gli aromi per imbalsamare Cristo (Mc. 16:1).  Andarono poi alla tomba, prima dall’alba della Domenica (Mc. 16:2).

3.      Il terzo giorno fu dal tramonto del Venerdì a quello del Sabato, che era il Sabbath settimanale.

Questo termina i tre giorni e le tre notti nella tomba.  Questo fu predetto in Matteo 12:40 e si concilia con Matteo 27:63 e Marco 8:31.  Cristo resuscitò la sera del quarto giorno, che era l’inizio del diciotto Nisan.  Egli rimase tutta la notte nella condizione di resuscitato accompagnato dagli angeli fino al mattino.  Maria Maddalena gli parlò, quando andò alla tomba la Domenica mattina mentre era ancora buio.  In altre parole, quando era ancora la sera precedente, secondo il calcolo Giudaico.

 


 

Evento

Matteo

Marco

Luca

Giovanni

 

 

 

 

 

La Resurrezione

28:1-10

16:1-18

24:1-49

20:1-23


 

Matteo 28:1-10 Passato il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro. Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite. Ma l'angelo disse alle donne: "Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. E' risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: E' risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l'ho detto". Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli. Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: "Salute a voi". Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: "Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno".

 

Matteo 28:1 è tradotto: Passato il Sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Magdala e l’altra Maria andarono a visitare il sepolcro ecc.  Questo testo è ingannevole.  Green traduce il testo dal greco in Dopo i Sabbath, all’alba, nel primo dei Sabbath.  La parola Sabbath è usata al plurale in entrambi i casi.  Il significato può essere capito meglio se il plurale è usato nel senso di un completo Sabbath, o una settimana di sette giorni.  Non c’è alcuna contraddizione tra Matteo, Marco e Giovanni.  Devono essere letti congiuntamente.  Si dovrebbe leggere in maniera più giusta: Passata la settimana, all’alba del primo giorno della settimana.  Il testo in Matteo 28:1 mostra che Cristo è resuscitato prima dell’alba.  Dunque non è resuscitato di Domenica.  Il testo in Matteo racconta che l’Angelo rotolò la pietra.  Cristo era già risorto.  Maria vide che se ne era andato.  Andò poi dai discepoli e ritornò all’alba.  Matteo sembra sostenere che le due donne caddero ai suoi piedi, abbracciandoli.  Giovanni afferma che egli non avrebbe mai permesso di essere toccato.

 

Giovanni 20:1-17 Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!". Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa. Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto". Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo". Gesù le disse: "Maria!". Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: Maestro! Gesù le disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro". (KJV)

 

L’accordo di questi testi è difficile.  La conoscenza della resurrezione è stata data alle donne, prima che fosse comunicata agli apostoli.  Le due donne erano presenti, ma solo Maria è nominata da Giovanni.  La risposta, probabilmente, sta nel fatto che Maria tentò di prenderlo, ma fu preceduta.  L’informazione fu portata agli apostoli, ma essi non capirono che le Scritture erano state adempiute.  In ogni testo sono enfatizzate delle cose diverse.  Ciò che è certo e uniforme è che Cristo era resuscitato molto prima dell’alba.

 

L’apparizione di Cristo sulla strada per Emmaus avvenne tre giorni dopo la crocifissione e la sepoltura (Lc. 24:21).  Questo può essere conciliato solo se si conta a partire da Giovedì, considerandolo il giorno 1 in termini di giorni interi.  E’ stato trasformato per comprendere la Domenica come il terzo giorno, dunque cominciando dal Venerdì.  Marco 16:12 non indica un tempo preciso.  Il testo greco dice Il terzo giorno è trascorso, il che vuol dire che erano passati tre giorni interi – essendo questo un altro giorno (vedere il testo della RSV di Marshall).

 

E’ fisicamente impossibile per Cristo essere stato crocifisso di Venerdì ed essere risorto di Domenica e adempiere il Segno di Giona e le profezie messianiche.  Egli non può essere stato messo nella tomba fino a Venerdì notte e dunque può aver passato solo due sere (una incompleta) e un giorno nella tomba.  L’esigenza era di passare tre giorni e tre notti sotto terra.  Questo avrebbe potuto succedere solo nel caso di una crocifissione di Mercoledì.  Considerando le date, questa sarebbe potuta avvenire nel 30d.C.  Il 31 d.C. ha una crocifissione di Domenica, il 32 d.C. richiede un Sabato e dunque una crocifissione di Domenica (rinviata dal Sabbath).  Solo il 33 d.C. ha come giorno di preparazione un Venerdì (rinviato dal Giovedì) e dunque consente un crocifissione di Venerdì.  Il 33 d.C. è comunque troppo tardi per essere accolto dai Vangeli ed è completamente in disaccordo con la sequenza degli eventi nei Vangeli.  Solo il 30 d.C. mette d’accordo tutti gli aspetti.  Si conclude dunque che la crocifissione ha avuto luogo Mercoledì 5 Aprile del 30 d.C.

 

Cristo ascese al Padre suo e Padre nostro, al suo Dio e Dio nostro (Gv. 20:17), al tempo in cui doveva essere fatta l’Offerta dell’Agitazione del Covone come primizia d’Israele (Lv. 23:11), quale egli era.  Egli fu il primo nato dalla morte.  Divenne un figlio di Dio con potenza grazie allo Spirito Santo con la sua resurrezione dalla morte (Rm. 1:4).  L’Agitazione del Covone doveva avvenire il mattino dopo il Sabbath settimanale e non la Prima Festività o Shabbathown (vedere saggio L’Offerta dell’Agitazione del Covone [106b]).  Le attività che precedono e che seguono la crocifissione, la resurrezione e la sua durata che era stata profetizzata, le pongono in un periodo che non può essere spostato e  rendono la sequenza della Pasqua una finzione di idolatria pagana.

 

Cristo fu crocifisso il Mercoledì e resuscitò il Sabato sera, dopo il tramonto.  La narrativa biblica non può accogliere e essere in accordo con nessun’altra interpretazione, e allo stesso tempo soddisfare tutte le profezie e tutti i testi.